Da oltre un secolo e mezzo sono sinonimo di dolcezza di altissima qualità. Una dolcezza, quella delle Pastiglie Leone, rimasta immutata nel tempo eppure capace di esprimersi in nuovi modi, attraverso una costante attenzione all'evoluzione del gusto. Un'attenzione che oltre al contenuto – la qualità artigianale della produzione e la selezione delle materie prime lavorate oggi nel nuovo coloratissimo stabilimento di Collegno che dal 2006 ha preso il posto della storica sede di Corso Regina Margherita a Torino – ha sempre riguardato anche il contenitore. Perché la “Marca Leone” ha scritto pagine di storia non solo sul fronte dell'evoluzione del gusto ma anche su quello del packaging a cominciare dalle confezioni (3 milioni solo di scatolette all'an-no) delle mitiche pastiglie racchiuse, oggi come un tempo, nelle scatolette di carta giallo e oro con fregi sabaudi, poi avvolte con incarti dai colori pastello e illustrazioni fiabesche. O custodite nelle caratteristiche lattine, veri e propri tesori da collezionare. Una vocazione, potremmo dire piemontese, sia all'eccellenza delle pastiglie sia delle loro confezioni, che fin dal 1857, quando Luigi Leone aprì la prima confetteria ad Alba, si è tramandata nel tempo. Ed è stata mantenuta e rafforzata dalla famiglia Monero che divenne proprietaria dell'azienda nel 1934 quando Giselda Balla Monero, detta la Leonessa, allora alla guida insieme con il fratello Celso de “La Vittoria”, un ingrosso dolciario che già dagli anni Venti distribuiva su Torino e provincia le PastiglieLeone, acquisì la confetteria Leone. Proprio Giselda, pioniera dell'imprenditoria femminile, dal temperamento forte e audace, investì molto in nuove confezioni e nella pubblicità creando concorsi a premi per i migliori clienti.
“Fin dalle origini e ancora oggi – racconta Guido Monero, figlio di Giselda e al timone dell'azienda, di cui è attualmente presidente, dagli anni Ottanta – le pastiglie si sono sempre vendute sfuse in vasi ma la vera innovazione che contraddistinse le Pasti-glie Leone da tutti gli altri confettieri dell'epoca fu l'invenzione, attorno al 1880, della lattina tascabile. Le lattine di metallo furono originaria-mente realizzate in un unico colore metallico/dorato con scritte in nero (“rifiutare le imitazioni, esigere la marca”) e vennero poi modificate negli anni Sessanta colorando le scritte identificative dei vari gusti in rosso. Circa dieci anni fa, quando abbiamo cominciato a produrre le 'collezioni limitate di lattine' con grafiche e il-lustrazioni coloratissime, abbiamo deciso di colorare anche le lattine classiche".
COME SI SONO SVILUPPATE IN QUESTI ANNI LE COLLEZIONI DI LATTINE?
Con la costante ricerca di una comunicazione emotiva per conservare nel tempo i ricordi più belli della nostra vita e con un'attenzione anche ai grandi eventi. La prima collezione è stata realizzata nel 2005 in occasione dei XX Giochi Olimpici invernali che hanno visto Torino protagonista. Poi abbiamo creato la collezione “Classica”, la “Pin-Up” dedicata ai mitici an ni Cinquanta, la “Music Club” e nel 2011 la Sweet(s)Italia in versione lattina pocket da 15 grammi per commemorare il centocinquantenario d'Italia. E ormai ogni anno creiamo dolcissime raccolte per il piacere visivo e di gusto di tutti i fan Leone, tra cui mi piace ricordare anche le lattine dedicate al mitico Lupin III o quelle realizzate per sostenere Amnesty International in occasione del loro quarantesimo anno di attività. Si è trattato di una collezione in edizione limitata di tre lattine di pastiglie al classico gusto miste dissetanti, con un design unico, dalle brillanti tonalità pastello per far riflettere, seppure con dolcezza, su temi profondi come il diritto all'uguaglianza e la difesa della libertà. Il design delle lattine è stato realizzato dal Laboratorio Zanzara, una cooperativa sociale nata a Torino come progetto di creatività e integrazione nell'ambito del disagio mentale. Sempre per Amnesty International abbiamo an-che realizzato, in occasione del Gay Pride 2015, una scatoletta di pastiglie dedicata alla libertà di amare.
QUALI ALTRE EDIZIONI LIMITATE AVETE REALIZZATO?
Si tratta di vere e proprie “special edition” dove il design diventa protagonista di un evento comunicativo nel quale spesso si realizzano lattine scatolette di pastiglie in cobran-ding con altre aziende o realtà associative. Le ultime lattine in edizione limitata le abbiamo realizzate, oltre che per Amnesty International, per il nuovo Museo Egizio di Torino mentre in passato abbiamo avuto storiche collaborazioni con il miti-co treno Orient Express, il marchio Superga, il Rabarbaro Zucca e la grif-fe Max&Co. L'ultima collezione di lattine che contengono pastiglie ai gusti dolci della frutta, i più apprezzati anche dai bambini, è intitolata “C'era una volta” ed è dedicata alle fiabe più amate di sempre tra cui Pi-nocchio, Cenerentola e Cappuccetto Rosso, illustrate a mano esclusiva-mente per Pastiglie Leone. QUANDO INVECE SONO NATE
LE MITICHE SCATOLETTE IN CARTONCINO?
Nei primi anni del Novecento, come ricariche per le lattine. Negli anni furono poi vendute con un incarto bianco con indicato in rosso il gusto contenuto. E nel 1999 abbiamo avuto l'idea di realizzare incarti colorati per distinguere gli oltre 30 gusti delle pastiglie. Le scatolette attuali, caratterizzate da colori delicati e illustrazioni senza tempo, con richiami evocativi al gusto contenuto, sono state invece realizzate nel 2009 e introdotte prima sul mercato americano.
COME VIENE REALIZZATA L'IDEA GRAFICA DELLE SCATOLE E DA CHI VENGONO STAMPATE?
L'ideazione nasce all'interno dell'azienda, con un team dedicato guida-to da mia figlia Daniela e dal reparto marketing e comunicazione. Ci avvaliamo anche di agenzie esterne mentre la stampa delle scatole, sia in cartoncino sia in latta, viene in parte realizzata in Italia, da aziende speci-lizzate con le quali collaboriamo da anni, sia all'estero. Ma sempre con la stessa alta qualità perché per noi il packaging è fondamentale e c'è chi acquisterebbe le Pastiglie Leone solo per la scatola di latta...