A ogni epoca i suoi miti, le sue ispirazioni, i suoi colori. Per Vincenzo Maccarrone e Tommaso Pecchioli, fondatori di Officina Grafica – vero e proprio laboratorio di idee applicate alla grafica, alla comunicazione e al design con sede a Firenze – la nostra epoca, quando si parla di vino, è decisamente rosa. Si è infatti da poco chiuso un decennio, dicono i due designer, «che sarà ricordato per un fenomeno eno-culturale, una vera e propria rivoluzione di gusto e pensiero, in cui i vini rosati sono diventati le nuove popstar e come tali vengono abbigliati e presentati al grande pubblico».
E raccontano a PRINT come il loro Studio ha interpretato questo fenomeno.
Di Redazione | Su PRINT 82
Il vino è sempre più rosa. Quali sono le ragioni di questo successo?
Le aziende produttrici si identificano nella trasparenza e nelle insolite nuance di rosa di questi gioielli enologici, capaci di evocare una spiccata femminilità, una raffinata freschezza, una sobria eleganza, sino ad elevarsi a vere icone di stile, capaci di attirare l’emotività e di sorprendere la sensorialità dei consumatori.
Il rosato è un tipo di vino che si avvicina molto al mondo dello Champagne, fa molto ‘lifestyle’, strizza l’occhio ai giovanitanto da essere stato anche definito lo ‘Champagne dei millennial’.
Avete citato la trasparenza, un tema assai caro alla civiltà moderna…
Attraverso la trasparenza si comunicano tutti quei valori aziendali riconducibili a una visione nitida, chiara, limpida, grazie alla quale sarà possibile instaurare con i consumatori un rapporto di fiducia.
Come cambia il modo di vestire una bottiglia di rosato?
In molti casi le bottiglie sono trasparenti, dunque è stimolante sfruttare la lucentezza del vetro e la tenue raffinatezza dei toni rosa del vino. La genesi creativa è inevitabilmente sollecitata dalla filosofia del produttore, dal naming del prodotto, dall’espressione organolettica, dal target di riferimento, dal canale di distribuzione e dal costo di vendita.
Quali sono i progetti più identificativi che avete realizzato?
Per rispondere meglio a questa domanda, raccontiamo tre case history di altrettante aziende vinicole.
Per “Cuvée Aurora - Metodo Classico - Alta Langa Rosé - Banfi” ci siamo ispirati alla Belle Époque di inizio Novecento piemontese, durante la quale tutto sembrava possibile. Sono gli anni in cui nascono la radio, la lampadina, il telefono, l’automobile, e l’uomo vola grazie alle invenzioni pionieristiche dei fratelli Wright.
“Acqua di Venus - Toscana Igt - Rosato - Ruffino” è un’ode alla leggiadra dea della bellezza e dell’amore dipinta magistralmente dall’illustre Sandro Botticelli nella ‘Nascita di Venere’ custodita agli Uffizi, in cui la delicata conchiglia che si muove spinta dal vento si tramuta nella bottiglia che racchiude questo prezioso rosato.
Per “Zinzula - Salento Igt Negramaro - Masseria Altemura” abbiamo voluto celebrare lo splendore della costa pugliese e la leggendaria Zinzulusa, la più bella delle grotte salentine: un omaggio alla purezza delle acque cristalline del Mediterraneo.
Quale sarà il futuro del rosato?
A differenza di quanto accaduto nel recente passato, quella di oggi non è una semplice moda del momento, non è un soffio di vento di primavera; crediamo invece che si tratti di un fenomeno vinicolo in grado di radicarsi ancor più in profondità nel tessuto sociale, e di esprimere nuovi picchi di crescita.
Officina Grafica
Dire Firenze è già pensare all’arte, alle botteghe che davano forma e colore ai capolavori, ritmo al fluire delle idee, farina al pane della cultura. Nel solco dei secoli di storia della bellezza italiana si colloca Officina Grafica, una boutique studio, all’interno della quale l’estro e la professionalità dei quattro creativi viene applicata al design, al packaging e alla comunicazione nel mondo del vino.La filosofia che contraddistingue lo studio fiorentino porta ad accostarsi ad ogni incarico con l’intento di offrire un lavoro di artigianale sartorialità. Il percorso di genesi che arriva alla nascita di ogni nuova etichetta ha inizio, sempre, da un incontro di idee con il produttore, con il suo territorio, con il proprio vino, con la convinzione di non snaturarsi bensì di trasformare ogni nuovo progetto in un’occasione di crescita personale e professionale condivisa. Imporre i propri gusti significherebbe condannarsi a una scontata ripetitività. Porsi in ascolto nei confronti delle realtà, delle persone con le quali si viene a contatto è la chiave per poter sviluppare in sinergia confezioni dal carattere autentico che ne interpretino e valorizzino lo stile al meglio e distinguano una cantina dall’altra, un vino dall’altro.