Interviste

Stampa e no profit: quando i regali sono belli e bravi

Il design e la stampa supportano l’impatto sociale del terzo settore: l’oggettistica promozionale per gli enti no profit è sempre più importante per raccogliere fondi, ma anche per rafforzare il messaggio del brand e fidelizzare chi dona. Ne abbiamo parlato con Marco D’Arminio (AISM Milano), Pierluigi Ciprietti (Emergency) e Silvia Redigolo (Pangea).

Di Elena Panciera | su PRINTlovers 104

Durante la pandemia molte organizzazioni no profit hanno registrato un calo nelle donazioni (il 54,5% nel 2020, il 41% nel 2021). Quindi hanno spesso cercato di diversificare le strategie di raccolta fondi, includendo o potenziando la vendita di prodotti solidali. Ma nel caso del terzo settore non si tratta semplicemente di “vendere un oggetto”: ogni prodotto rappresenta un’opportunità per trasmettere valori, sensibilizzare chi dona e generare risorse fondamentali per proseguire la propria attività.
Dietro ogni articolo c’è una storia significativa (o più di una), una pianificazione strategica e un design accurato. C’è qualcosa di più profondo, come spiega Pierluigi Ciprietti, coordinatore dell’ufficio commerciale di Emergency: «Certo, l’obiettivo principale è la raccolta fondi. Ma noi vogliamo anche trasmettere messaggi fondamentali legati alla nostra missione. Questi prodotti ci aiutano a raccontare il nostro lavoro, promuovendo al contempo la cura delle persone e dell’ambiente».

Packaging e design per costruire un legame con chi dona
La cura del design dei prodotti e del packaging permette di attirare e rafforzare il legame con il proprio pubblico. Marco D’Arminio, responsabile delle relazioni esterne di AISM Milano (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), racconta: «Il packaging dei prodotti solidali ci permette di veicolare un messaggio profondo e personale. A Natale, per esempio, per i nostri prodotti adottiamo una linea grafica coordinata e coerente con i colori dell’associazione, dal catalogo all’e-commerce. Questo si riflette in un aumento delle donazioni. Ci siamo accorti che un packaging curato, che racconta la storia dietro al prodotto, fa davvero la differenza sia in termini di comunicazione, sia di sensibilizzazione, sia, in ultima istanza, di raccolta fondi».
Anche Pangea investe molto nel design, selezionando fornitori che collaborano con etica e cura per ogni dettaglio, dal packaging alla scelta delle materie prime. Silvia Redigolo, responsabile della comunicazione e della raccolta fondi, racconta il rapporto speciale che Pangea ha creato con l’illustratrice Enrica Mannari. La collaborazione si è trasformata in un’amicizia: «Mannari sviluppa ogni anno una nuova palette di colori, per rinnovare l’immagine dei prodotti, rimanendo fedele ai valori di Pangea e alla qualità artigianale. Tutto quello che proponiamo al nostro pubblico deve essere bello e di qualità». Negli ultimi anni la collaborazione si è estesa ad altre illustratrici e illustratori, come Antonio Colomboni (Scombinanto), Paola Colombo (Pollaz), Federica Bordoni.
Emergency adotta un approccio ibrido, lavorando con un ufficio grafico interno e coinvolgendo figure esterne in occasioni speciali, come spiega Pierluigi Ciprietti: «Per il nostro 30° anniversario, abbiamo chiesto a illustratori e illustratrici di interpretare visivamente la loro idea di Emergency, basandosi anche sul nostro logo. Così è nato il progetto Artivists per Emergency: Francesco Bongiorni, Gianluca Costantini, Camilla Falsini, Fumettibrutti, Olga Grebennik, Laika, Lillo, Fabio Magnasciutti, Irene Rinaldi, Dario Sansone, Davide Toffolo».

Scelte sostenibili e filiere etiche
Per molti enti del terzo settore, oltre all’aspetto estetico sono cruciali la sostenibilità ambientale e l’impatto sociale. Emergency, per esempio, seleziona materiali riciclati per i propri articoli e minimizza l’uso di imballaggi. «Selezioniamo fornitori che ci garantiscano il minor packaging possibile. Per esempio, molte delle nostre magliette vengono vendute senza busta di plastica, proprio per ridurre i rifiuti», sottolinea Ciprietti. Anche Pangea adotta criteri rigorosi: «Le tipografie con cui collaboriamo rispettano criteri di sostenibilità, usano carta riciclata e fonti energetiche rinnovabili come i pannelli solari», spiega Redigolo.
Questa attenzione alla sostenibilità si riflette anche nelle collaborazioni con piccole realtà locali, come la cooperativa sociale che confeziona i baci di dama di AISM, che contribuisce al reinserimento lavorativo di persone in carcere; la cooperativa sociale VAGAMONDI, che propone prodotti per Emergency; oppure aziende a conduzione familiare come Mieli Thun o Coricelli, che collabora con Pangea.
Con tutte queste realtà spesso il rapporto trascende la semplice fornitura professionale: «Collaborano con noi perché comprendono e condividono la nostra missione», spiega Ciprietti di Emergency. Redigolo racconta che «chi fornisce un prodotto a Pangea in realtà ne diventa partner, ed è consapevole che contribuisce concretamente a migliorare la vita delle donne. La selezione dei fornitori è frutto di incontri e della ricerca di aziende che rispettino valori etici e abbiano una storia significativa».

Strategie di raccolta fondi diverse, un unico obiettivo
Per quanto riguarda i margini e le strategie di profitto, le tre organizzazioni adottano approcci diversi. Emergency, ad esempio, mantiene una struttura commerciale ben definita, trattando i propri prodotti solidali come articoli di vendita a tutti gli effetti. Non ci sono “donazioni minime” ma veri e propri prezzi di vendita, per una maggiore trasparenza nei confronti del pubblico. Ciprietti afferma: «I margini variano in base al tipo di prodotto, ma lavoriamo con mentalità commerciale, perché Emergency vuole essere presente come marchio riconoscibile e sostenibile».
In AISM, invece, la raccolta fondi con i prodotti solidali deve mantenere un margine utile tra il 50 e il 60% del prezzo di vendita, tenendo conto dei costi di produzione e di packaging. Questo permette di destinare una buona parte dei ricavi ai servizi di supporto e alla ricerca sulla sclerosi multipla. «Il nostro obiettivo è sempre massimizzare l’utile senza eccessi di lusso, che non rifletterebbero i nostri valori né quelli di chi dona», spiega D’Arminio.
Pangea adotta un criterio simile, garantendo che almeno il 70% dei ricavi vada direttamente a sostenere i propri progetti. Per Redigolo, chi offre un prodotto a Pangea non è solo partner, ma parte del sistema etico che Pangea rappresenta. «I nostri miele e olio, per esempio, sono frutto di collaborazioni che hanno alla base l’amicizia e l’impegno comune», racconta, citando collaborazioni con Francesca ed Elena Paternoster di Mieli Thun e Chiara Coricelli di Coricelli.

Costruire relazioni autentiche con il proprio pubblico
Il riscontro da parte del pubblico è sempre positivo e va oltre la semplice soddisfazione per il prodotto. Le persone che acquistano da Emergency sono clienti a tutti gli effetti: seguono l’organizzazione, acquistano durante tutto l’anno e apprezzano l’innovazione, come la serie di t-shirt realizzate per il trentennale dell’associazione. Il design dei prodotti stimola la curiosità e mantiene viva la relazione con l’organizzazione.
Pangea preferisce parlare di donatori piuttosto che di clienti, poiché chi sceglie un prodotto di Pangea è consapevole di sostenere un progetto di cambiamento sociale, come quello delle donne vittime di violenza. I prodotti natalizi, in particolare, sono molto apprezzati: «Offrire prodotti di qualità, che si possano regalare con orgoglio, è fondamentale».

La forza del design e del branding per la raccolta fondi
Dalle esperienze di Emergency, AISM e Pangea emerge una lezione comune: la stampa, il design e il branding non sono solo strumenti per vendere prodotti solidali, ma veicoli potenti di comunicazione, che possono amplificare il valore della causa sostenuta. Scegliere materiali sostenibili, mantenere un layout coerente e raccontare storie autentiche crea una connessione più profonda con il pubblico.
In un’epoca in cui le cause sociali si moltiplicano e le risorse sono limitate, una strategia di raccolta fondi integrata, etica e visivamente curata può fare la differenza, costruendo un movimento di supporto e solidarietà a lungo termine.
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AISM
Si occupa con una prospettiva d’insieme di tutti gli aspetti legati alla sclerosi multipla (SM): diritti delle persone con SM; servizi sanitari e socio-sanitari; ricerca scientifica. www.aism.it
Emergency
Offre cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà. Promuove una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani. www.emergency.it
Pangea
Favorisce il riscatto economico e sociale delle donne con progetti di sviluppo e cooperazione. Opera in contesti caratterizzati da discriminazione, povertà, emarginazione, guerre. www.pangeaonlus.org

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“Noi doniamo”: un terzo settore di nuovo stabile
Secondo la 7° edizione del rapporto annuale Noi doniamo, curato dall’Istituto Italiano della Donazione, il 2023 ha mostrato una lieve ripresa delle donazioni rispetto ai cali dovuti alla pandemia. Per l’Istat, l’11% delle persone in Italia ha dichiarato di aver donato denaro almeno una volta: un lieve calo rispetto al 12,8% del 2022. Sono però aumentate le “donazioni informali” (ovvero quelle che non transitano dalle organizzazioni no profit). Le donazioni provengono principalmente da persone tra i 45 e i 74 anni, e c’è una differenza marcata tra nord e sud del paese. Chi dona è spesso donna, laureata e con un impiego da dirigente. Le cause più sostenute riguardano la ricerca medico-scientifica e gli aiuti per le emergenze, seguiti dal supporto alla povertà in Italia. Secondo l’Osservatorio sul Dono, le donazioni tramite enti del terzo settore sono rimaste stabili, ma senza crescite significative. La principale fonte di finanziamento proviene dalle erogazioni liberali da privati, seguita dal 5x1000. Gli enti beneficiano anche della collaborazione con testimonial e influencer, che possono ampliare il pubblico di chi dona, soprattutto tra i più giovani. I risultati dell’indagine relativa alle associazioni mostrano una sostanziale stabilità nella variazione delle raccolte fondi: il 32% registra un aumento (rispetto al 47% nel 2022), il 21% una diminuzione (25% nel 2022) e per ben il 47% la situazione rimane invariata (contro il 28% nel 2022). La fonte di maggiori entrate è anche nel 2023 l’erogazione liberale da persone fisiche (60%), seguita da una crescente rilevanza del 5x1000 che arriva al 39% (contro il 31% del 2022). I lasciti testamentari continuano a essere marginali (l’1%).
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Il “DDL Ferragni”, verso una maggiore trasparenza
Il caso dei pandori Balocco griffati Chiara Ferragni ha puntato l’attenzione sulla trasparenza e le regole sulla raccolta fondi. A inizio 2024 è stato approvato il DDL (Disegno di Legge) Ferragni, che ha un impatto anche sul terzo settore. Prevede regole per la comunicazione trasparente sulla destinazione del denaro che deriva dalla vendita di articoli promozionali con finalità benefiche (“cause-related”, ovvero legate a una causa). Questo include l’obbligo di etichettare chiaramente i prodotti, specificando chi ne beneficia e la quota destinata alla beneficenza.  Anche per questo motivo, nel report Noi doniamo 2024, Caritas Italiana riporta come le organizzazioni del terzo settore sono sempre più attente a verificare la trasparenza delle collaborazioni con brand e aziende per le iniziative di marketing cause-related. Verificano sia il loro allineamento etico sia l’impatto delle campagne promozionali tramite articoli solidali. È aumentata anche l’attenzione per la reputazione e la fiducia di chi dona, e quella per le politiche di mitigazione dei rischi.

 


14/03/2025


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