Fujifilm compie 90 anni e lancia una nuova purpose: “Giving our world more smiles”, che esprime come la felicità delle persone sia il centro di una rivoluzione di valori dell’industria tecnologica. Non solo: dall’Italia è partita la distribuzione in Europa della nuova linea di stampanti multifunzione da ufficio a marchio Fujifilm, mentre nei Paesi Bassi ha preso il via un programma di riciclo e rigenerazione delle cartucce. Proprio in occasione di questi due eventi e dell’appuntamento con Drupa a Düsseldorf, il Presidente e CEO di Fujifilm Business Innovation Naoki Hama ha fatto un viaggio in Europa scandito da diverse tappe, compresa la visita ai nuovi headquarter di Fujifilm Italia a Segrate e un pomeriggio in Franciacorta dedicato alla degustazione di vini, di cui Hama è appassionato e produttore in Giappone. Ed è proprio lì, nello scenario ricco di ispirazione della cantina Bellavista, che lo abbiamo incontrato e intervistato per PRINTlovers.
Lei ha una lunga esperienza all’interno di Fujifilm, e ha contribuito attivamente a renderla ciò che è oggi. In cosa consiste il suo ruolo e qual è stato il suo percorso fino a Fujifilm Business Innovation? Dal 2022 sono Direttore di FUJIFILM Holding Corporation e Presidente e CEO, Representative Director di FUJIFILM Business Innovation, nonché Corporate Vice President di FUJIFILM Corporation. Come gruppo abbiamo quattro pilastri: Healthcare, Electronics, Business Innovation e Imaging. Io sono responsabile del segmento Business Innovation, che offre non solo i dispositivi multifunzione, stampanti e attrezzature digitali, ma anche tutti i servizi e le soluzioni correlate. Prima di arrivare a questo ruolo ho fatto un lungo percorso. Sono entrato in quella che allora si chiamava Fuji Photo Film Co. nel 1986, dopo la laurea in Economia all’Università Keio di Tokyo. Per i primi sei anni e mezzo mi sono occupato della gestione della produzione in fabbrica, e lì ho imparato le basi del mio lavoro. Dal 1992 in poi mi sono sempre occupato dello sviluppo di nuovi prodotti al di fuori dell’ambito fotografico. Nel 2000 la domanda di pellicola fotografica era all’apice, poi, con l’avvento della fotografia digitale, è crollata del 20% ogni anno, per arrivare pressoché allo zero nel 2005. In quel momento, come responsabile di nuove soluzioni e prodotti, ho curato lo sviluppo della pellicola a cristalli liquidi per schermi LCD, determinanti, tra il 2003 e il 2010, per il passaggio agli schermi piatti. Abbiamo fornito questa pellicola flessibile all’80% del mercato contribuendo in maniera cruciale alla trasformazione. Dopo questa fase e la nascita della divisione Healthcare, che produce dispositivi, sistemi e servizi per il settore medico, nel 2019 sono entrato nel segmento grafico inkjet per ristrutturarne le attività in vista di un aumento della domanda. Nel 2021 è nata la divisione Business Innovation e nel 2022 ne sono diventato presidente.
Come si è svolto fin qui il suo viaggio in Europa? Lo scopo principale del mio viaggio è stata la partecipazione a Drupa a Düsseldorf, la fiera di riferimento per il mercato mondiale del printing che ha saltato l’edizione del 2020 ed è tornata dopo otto anni. In questo lasso di tempo sono cambiate molte cose: otto anni fa il segmento office era ancora rappresentato da Fuji Xerox Co., nata dalla joint venture tra Fujifilm e Xerox, ed esponeva separatamente da Fujifilm. In questa Drupa invece ha esordito Business Innovation, nata dopo la fine della collaborazione con Xerox, e Fujifilm ha esposto come un’unica squadra insieme alla Graphic Communications Division presentando insieme tutte le sue tecnologie di stampa.Altra tappa importante è stata Tilburg, nei Paesi Bassi, dove abbiamo inaugurato il Toner Cartridge Recycling Center alla presenza della stampa e delle autorità locali. Infine sono arrivato in Italia per incontrare i concessionari che distribuiranno il nostro prodotto ed esprimergli personalmente il nostro impegno. Qui ho incontrato anche tutto il team di Fujifilm Italia.
Come funzionerà e quali saranno i vantaggi del Toner Cartridge Recycling Center di Tilburg? La vita delle stampanti multifunzione per ufficio non si esaurisce con la loro vendita: servono, naturalmente, i toner – i cosiddetti consumabili – che Fujifilm continua a fornire. In una logica di sostenibilità abbiamo deciso di recuperare i toner esausti: i contenitori possono essere lavati, ricaricati e riutilizzati. Queste operazioni vengono appunto effettuate a Tilburg, comune con il quale abbiamo una collaborazione di oltre 35 anni, in uno stabilimento alimentato per il 60% da energia eolica e per il 40% da energia solare, il che lo rende un centro produttivo simbolico del nostro impegno alla sostenibilità. Prevediamo anche di raccogliere e ricondizionare, previ accordi, anche i toner dei nostri competitor, partendo dai Paesi europei in cui è già attiva la distribuzione della nostra gamma di stampanti multifunzione Apeos, primi fra tutti l’Italia e il Regno Unito. Prevediamo inoltre che tra 5-7 anni, le stampanti multifunzione in distribuzione adesso cominceranno a richiedere manutenzione e sostituzioni: verrà recuperato l’usato, verrà scomposto e l’84% delle componenti verrà riutilizzato, mentre il restante verrà sostituito da componenti nuove, come già succede in Giappone. Tilburg, oltre che per le sue politiche ambientali, è strategica per la sua posizione centrale in Europa che ottimizza la logistica. Qual è il ruolo dell’Italia nelle strategie di Fujifilm? Per Fujifilm l’Italia è sempre stato un paese importante, come testimonia appunto il lancio europeo della serie di stampanti Apeos. Prima di questo lancio europeo – seguito poi dal lancio nel Regno Unito, cui seguiranno anche Francia e Spagna – i dispositivi multifunzione A3 per ufficio erano disponibili con il marchio Fujifilm solo nella regione Asia-Pacifico. In Italia c’è un’etica del lavoro che fa sì che ci si capisca e si vada d’accordo, e una cultura ricca di innovazione in tutti i settori, non ultimi quelli della moda e del design. Oltre alla società che commercializza i prodotti Business Innovation, in Italia c’è un importante centro di ricerca e sviluppo IT nel settore Healthcare, che lo rende un Paese chiave nelle strategie del Gruppo.
In che modo la nuova purpose “Giving our world more smiles” interpreta la visione di Fujifilm? Fujifilm è nata come azienda specializzata in fotografia e nel corso del tempo si è diversificata portando in azienda tante persone con differenti background culturali e competenze. In relazione a questa grande diversità e ricchezza ci siamo chiesti: a cosa dobbiamo dare realmente importanza? Abbiamo voluto trovare una linea comune e coerente per tutti quanti, attivando una discussione in tutte le aree del mondo in cui siamo presenti. Sono emerse delle keyword ricorrenti: una di queste era “sorriso”. Proprio perché siamo nati con la fotografia, il sorriso ha sempre fatto parte dell’essenza stessa e della ragione d’essere delle nostre tecnologie. Ma il sorriso è contagioso, quando io sorrido faccio sorridere anche gli altri e questo è un valore che ci accomuna tutti. Abbiamo deciso di lanciare questo messaggio e di estenderlo a tutte le nostre attività, di trasmetterlo ai nostri stakeholders e ai nostri clienti attraverso tutti i dipendenti di Fujifilm che tra dieci anni festeggeranno i 100 anni dell’azienda. Il coinvolgimento diretto di tutte le persone che lavorano nel Gruppo è per noi imprescindibile: qui in Italia abbiamo riunito tutto il team italiano, abbiamo ascoltato le esperienze personali di un gruppo di dipendenti, perché l’azienda accolga la storia personale di ciascuno e ci sia una coesione di valori tra persone e azienda. Questo è parte del nostro contributo verso la società.