Immersa nel panorama fiabesco di Serralunga d'Alba, Tenuta Cucco - dal 2015 parte dei Tenimenti Rossi Cairo - è una cantina aperta all'innovazione ma fedele alla tradizione.
Con l'obiettivo di valorizzare il legame con il territorio, Piero Rossi Cairo, a capo dell'azienda di famiglia, ha avviato un percorso di rinnovamento dell'immagine, affidando all'agenzia Robilant Associati il progetto della nuova brand identity.
Di Anna Aprea | Su PRINT 67
Siamo a Serralunga d’Alba, terra di parole antiche e di silenzi, di profumi e di sapori. Avvolta in un paesaggio di maestosa bellezza, immersa tra le linee sinuose di colline che risplendono di colori fiabeschi, troviamo Tenuta Cucco, ai piedi del famoso Castello di Serralunga dal quale si domina il meraviglioso, inconfondibile panorama delle Langhe, entrato a far parte nel 2014 della World Heritage List dell’Unesco, parte integrante del Patrimonio dell’Umanità.
Serralunga d’Alba è la più importante tra le zone del Barolo non solo per la peculiarità dei prodotti enologici, tra i più longevi, e per l’antichità dei suoi impianti, soprattutto per il favorevole microclima. Situati tra i 240 e i 420 metri sul livello del mare, i vigneti sono immersi in un terreno calcareo-argilloso che consente di ottenere vini di elevata struttura, ricchi di profumi persistenti. Non a caso il Nebbiolo di questa zona è considerato in assoluto il miglior Nebbiolo da invecchiamento.
Rilevata nel gennaio 2015 dalla famiglia Rossi Cairo, già proprietaria dell’azienda agricola biodinamica La Raia a Novi Ligure, la Tenuta Cucco si estende su 13 ettari di vigneti, in corso di conversione biologica, nei quali si producono circa 70 mila bottiglie l’anno. Oltre al Nebbiolo da Barolo, il vitigno più esteso si produce il Dolcetto d’Alba, il Langhe Nebbiolo, il Langhe Chardonnay e la Barbera d’Alba. Poco dopo l’acquisizione della Tenuta, è sorta la necessità di un restyling dell’immagine dei prodotti e del brand, con l’obiettivo di creare un’identità più aggiornata, in grado di riflettere la natura della Cantina e restituire correttamente il carattere del suo Barolo, in vista soprattutto della promozione nei paesi esteri. Del progetto di comunicazione parliamo con Piero Rossi Cairo, 33 anni, laureato in economia e giurisprudenza alla Bocconi, oggi a capo dell’azienda di famiglia.
Qual è l'identità di Tenuta Cucco e in che modo il nuovo progetto di comunicazione l'ha sintetizzata?
Già nel secolo scorso le uve dei nostri vigneti erano riconosciute tra le migliori della zona. Dagli anni ’60 l’azienda ha poi creato una sua cantina e iniziato la vinificazione in proprio. Questo dice tutto dell’identità fatta appunto di tradizione, storia, radicamento nel territorio, capacità di valorizzazione dei prodotti. Il Castello di Serralunga e la curva dei vigneti sono, insieme, l’emblema di questa azienda che il nuovo marchio ha sintetizzato e reso ancora più evocativo.
Qual è il percorso che avete seguito nella ricerca e nella definizione della brand identity?
Il marchio propone, in una versione dalle linee essenziali, iconiche, la silhouette del Castello di Serralunga, che domina dalla sua altezza le colline circostanti ed è visibile a chilometri di distanza, un’architettura inconfondibile essendo l’unico dongione alla francese costruito in Italia. I vigneti di Tenuta Cucco si sono sviluppati intorno a questo castello, alla sua ombra, sotto la sua protezione. E sotto il profilo del castello, nel marchio, la piccola corona ordinata di filari è il simbolo della mano dell’uomo che ha governato e agito su queste terre rispettandole.
Parliamo del naming: perchè Tenuta Cucco?
Nel gennaio 2015 abbiamo acquistato Cascina Cucco e, insieme all’agenzia che ci ha seguito nel restyling di brand e label, RobilantAssociati, abbiamo deciso di scegliere il nome “Tenuta” al posto di “Cascina” in quanto il vecchio nome evocava paesaggi ed edifici diversi da quelli piemontesi, forse più tipici delle campagne toscane. “Cucco” invece è rimasto, mai messo in discussione, proprio perché rimanda al luogo di riferimento dell’azienda, appunto quella vigna Cucco, che si trova sulla parte più alta della collina, una posizione premiante per le viti dalle quali appunto ricaviamo il nostro Barolo “Vigna Cucco” Riserva.
La costruzione della marca. Attraverso quali mezzi,oltre alle etichette, avete scelto di comunicare l'identità di Tenuta Cucco?
Le etichette delle nostre bottiglie sono il primo manifesto della nostra nuova identità. E raccontano ancora una volta, non solo nel marchio, il territorio da cui questo vino proviene. Sono stati scelti infatti alcuni frammenti degli affreschi che nel corso dei secoli, anche con sovrapposizioni successive, hanno decorato la chiesetta di San Sebastiano nel Borgo, che fa parte di Tenuta Cucco, e che è stata la chiesa del paese sino al 1888. Santi, putti musicanti, notabili della Savoia: ciascun personaggio emerge con la sua sontuosità, come nel caso delle etichette dei cru Cerrati o della Riserva, oppure con la sua gioiosa freschezza, come per i putti sorridenti che caratterizzano il resto della linea. Siamo felici di questa scelta, che RobilantAssociati ha poi reso con alcune soluzioni che inseriscono queste immagini della storia di Serralunga, la sua storia popolare, nella contemporaneità grazie a un’identità che interpreta la vocazione all’innovazione e alla qualità totale della cantina e il suo radicamento nel territorio, nel segno dell’eccellenza e della valorizzazione dell’italianità. Abbiamo contemporaneamente costruito un nuovo sito, nel quale ci siamo soffermati a lungo anche sulla storia del castello che campeggia nel nostro logo.
Torniamo alle etichette. Quali carte sono state scelte e perché?
La carta è la Maille Blanc. La cartiera Fasson-Avery Dennison, scelta per la garanzia di qualità offerta.
A quali aziende di stampa l'agenzia si è affidata e come sono state selezionate?
Nuceria Group e Sefra, entrambe scelte per la garanzia di qualità che avrebbero garantito, per la flessibilità che hanno dimostrato nel lavorare nelle fasi iniziali del progetto con RobilantAssociati: questo è stato l’elemento fondamentale che ha garantito una resa ottimale del progetto.
C'é un fil rouge che lega la comunicazione di Tanuta Cucco e La Raia? Avete lavorato anche su una comune identità delle Aziende Rossi Cairo?
Con l’acquisizione di Tenuta Cucco si è imposta la necessità, ma anche l’opportunità sul piano commerciale, di ricondurre le due attività, a Serralunga e a Novi Ligure ad un’unica realtà che è appunto quella della mia famiglia. Abbiamo quindi scelto di utilizzare il brand ombrello Tenimenti Rossi Cairo sul retro delle etichette, a firma di tutti i materiali di comunicazione, anche negli stand, nelle brochure di presentazione delle fiere all’estero. Le due aziende sono molto diverse, diversa la località, la struttura delle cantine, la tipologia dei vigneti, i prodotti, ma sono unite da una forte intenzione: La Raia è diventata un’azienda biodinamica, Tenuta Cucco è già avviata verso la certificazione biologica. La mia famiglia guarda all’agricoltura come ad un’attività che si impegna verso le generazioni future, che non è solo per l’oggi. Da qui la nostra preoccupazione, intesa come attenzione, cura e consapevolezza, verso il territorio su cui le due aziende insistono e della responsabilità di ogni gesto affinché questa bellezza, e i valori che la animano, sia tramandata. Tenuta Cucco inoltre è nelle Langhe che con i suoi vigneti e i suoi paesaggi è diventata patrimonio Unesco.
A quale agenzia vi siete affidati e perché?
Abbiamo scelto RobilantAssociati per un motivo molto semplice: siamo rimasti estremamente soddisfatti del lavoro di restyling su marca e prodotti che avevano realizzato nel 2012 per La Raia. L’agenzia ha dato alla marca un’impronta contemporanea, come volevamo, creandole uno spazio preciso e riconoscibile all’interno di un panorama già molto affollato di produttori storici. Hanno individuato un segno di continuità nel saltimpalo che campeggia su marca ed etichette reinventandolo e trasformandolo in un elemento distintivo per noi. Continuare con loro è stata una scelta naturale e, dato il risultato finale con Tenuta Cucco, anche felice.
Quali sono i prodotti della collezione su cui è stato fatto un restyling? Seguendo quali criteri?
Abbiamo prima di tutto fatto una riflessione con il nostro enologo, Piero Ballario, e rivisto la linea di prodotti, riducendola di alcune referenze e ridiscutendo il posizionamento, anche di prezzo, di alcuni vini. Definita questa griglia abbiamo lavorato con i designer per tradurre queste scelte in immagini che raccontassero il nuovo posizionamento, la nostra intenzione di dare nuovo slancio a questa cantina storica, di raccontare dov’è, di quale storia questi prodotti sono il frutto.
Progetti futuri?
Il progetto più imminente è la valorizzazione di un cru che abbiamo quasi scoperto di recente in una parte della tenuta: il Cru Broglio, Nebbiolo da invecchiamento. Sarà una bella sfida, e in grande impegno, scoprire che vino sarà, in cosa si differenzierà dal nostro cru Cerrati.
Parliamo di Vinitaly: cosa pensa della fiera, quali aspettative ha?
Vinitaly rimane, ad oggi, un punto fermo nel panorama fieristico internazionale. Pur con poca esperienza alle spalle, credo sia migliorata molto negli ultimi anni. La città di Verona è un gioiello artistico ed architettonico, ma l'aumento di padiglioni e quindi di visitatori richiederebbe a nostro avviso anche un adeguamento delle infrastrutture. Forse, date le dimensioni raggiunte dalla manifestazione, sarebbe bene considerare l'opportunità di spostarsi in città più grandi come Roma o Milano e meglio interconnesse con i principali mercati di sbocco del vino italiano.