Nuovi packaging con dettagli tattili stampati in termografia, boccette-gioiello, personalizzazione delle confezioni e delle decorazioni, riallestimento delle boutique, una galleria olfattiva appena inaugurata all’Aeroporto Internazionale di Napoli. Così, passo dopo passo, attraverso un processo costante di innovazione, un piccolo laboratorio artigianale fondato negli anni Cinquanta è diventato uno dei brand di nicchia più apprezzati della profumeria artistica. Ne parliamo con il titolare Silvio Ruocco e con sua figlia Virginia.
Di Anna Aprea | su PRINT 69
Proprio come Sharazād Capri cattura nell’incantesimo della sua bellezza chiunque si abbandoni al fascino delle leggende che custodisce: misteri, segreti, bisbigli che s’intrecciano ai profumi degli oleandri che orlano le stradine, sbocciano dalle rocce argentate, pervadono la trama segreta di un’isola che è mito e bellezza allo stato puro. Una delle tante leggende capresi è all’origine di Carthusia, la prestigiosa azienda di profumi fondata nella prima metà del Novecento, rilanciata nel 1990 da Silvio Ruocco, imprenditore appartenente a una famiglia di gioiellieri che, nel giro di pochi anni, con l’aiuto di sua figlia Virginia, ha saputo fare di una piccola officina di profumi una brillante azienda di rilievo internazionale. Tanto che oggi Carthusia — che distribuisce i profumi di Capri in 40 Paesi attraverso 300 negozi specializzati — figura tra i brand di nicchia più apprezzati della profumeria artistica. Un’icona di Capri dove tutto — dai nomi delle essenze (Gelsomini di Capri, Aria di Capri, Caprissimo, Io Capri…), alla meravigliosa sirena floreale del logo, dagli ingredienti dei profumi al packaging — tutto dicevamo è indissolubilmente legato all’isola, come un veicolo olfattivo che ne moltiplica i colori, le atmosfere, le seduzioni.
C’era una volta...
Le formule dei profumi di Capri risalgono, secondo la leggenda, al 1380 e sarebbero nate tra i chiostri silenziosi della Certosa di San Giacomo. Qui un monaco intraprendente — ci sembra di vederlo — ha appena raccolto un bouquet di garofani selvaggi da regalare alla regina Giovanna d’Angiò in visita sull’isola.
Ma un’improvvisa libecciata impedisce alla regina di affrontare il viaggio. Così dopo tre giorni, quando il certosino decide di gettare via i fiori, s’accorge che l’acqua emana una fragranza intensa e misteriosa, un profumo dagli accenti vibranti che, come un vento tiepido, ha ormai invaso il convento, si è aggrappato alle spesse mura delle celle monastiche, ai corridoi coperti dei chiostri. È lui — inatteso, timido, delicato — Garofilium silvestre caprese, il primo profumo di Capri.
Dalle origini leggendarie dei profumi ci affranchiamo solo dopo molti secoli, per la precisione nel 1948, quando — questa è storia vera e propria con la S maiuscola — un chimico piemontese di passaggio sull’isola, Piercarlo Giovine, scopre le antiche formule delle acque profumate composte dai monaci della Certosa di San Giacomo, e fonda un piccolo laboratorio, Carthusia, dove i fiori appena raccolti vengono distillati e diventano essenze delicate e perfette: Aria di Capri, Incontro a Capri, Materita...
Oggi quella romantica officina si chiama ancora Carthusia, è il più piccolo laboratorio di profumi al mondo, dove si lavorano le materie prime naturali delle fragranze firmate Carthusia, dal rosmarino al garofano, dal mughetto al sandalo, dal fico selvaggio alle foglie di limone. Tutto è cambiato ma il laboratorio è ancora lì, poco lontano dalla Certosa, sulla romantica stradina che porta ai Giardini di Augusto, lungo un percorso straripante di colori, che regala ai passanti un’inimitabile sinfonia olfattiva.
Tutte le fragranze Carthusia hanno un legame invisibile con Capri, ne riproducono le atmosfere e le emozioni, sono accordi olfattivi unici, come l'isola che li genera.
Innovazione e cura del dettaglio
“Pur essendo un’azienda ancora prettamente familiare — ci dice l’ad Silvio Ruocco — oggi stiamo cercando progressivamente di strutturarla e di organizzare tutto l’insieme dei processi in modo che possa continuare il suo percorso di crescita e di espansione anche senza la presenza costante della famiglia, di me e di mia figlia Virginia in particolare”. Cosa ha portato in Carthusia della sua esperienza di gioielliere, gli chiediamo. “Ho portato tutto quello che sono e che ho appreso nel mio percorso: l’attenzione al cliente, la cura maniacale dei dettagli, l’esperienza nel mondo del lusso, la creatività, la cura capillare nell’immagine dei negozi e tutti quei valori che fanno apprezzare le piccole aziende italiane di nicchia”.
Non a caso, ci spiega, quando sedici anni fa ha rilevato l’azienda, il primo passo è stato ripensarne l’immagine sia attraverso il riallestimento delle boutique che attraverso un processo graduale di innovazione dei prodotti e del packaging. “Non appena abbiamo acquisito il laboratorio ho intuito che occorreva cambiare e rilanciare Carthusia — rievoca Ruocco — trasformare quella piccola fabbrica isolana che produceva e vendeva profumi-souvenir in un’azienda artigianale di nicchia, capace di custodire in sé gli antichi valori del laboratorio artigianale ma che fosse al tempo stesso strutturata come un’azienda moderna, tesa all’innovazione costante, all’ampliamento delle linee di prodotto, alla comunicazione, alla proiezione sui mercati esteri”. Da quale punto del percorso ha cominciato per realizzare questo obiettivo? “Abbiamo cominciato a rivisitare le vecchie formule dei profumi e ci siamo affidati a un naso famoso che ha creato per noi fragranze esclusive, legate ai profumi di Capri, capaci di esprimere un legame con le atmosfere dell’isola, poi abbiamo avviato la produzione della linea casa, che oggi comprende tante declinazioni e tipologie di prodotti”.
Comunicazione e riconoscibilità
Nel corso degli anni l’azienda ha ampliato l’offerta, inaugurato un barber shop, perfezionato e strutturato sempre di più la comprensione delle essenze per offrire ai consumatori di tutto il mondo una vasta collezione di fragranze, non solo profumi, ma balsami, creme per il corpo, una collezione casa e tanto altro. Ancora oggi tutte le fasi della produzione vengono eseguite manualmente per garantire la rigorosa osservanza dei metodi naturali. Dunque un lavoro concentrato sulla visibilità, sulla riconoscibilità del marchio, soprattutto sulla comunicazione con una grande attenzione al packaging, all’apertura di numerosi negozi monomarca, in Italia e nel mondo. Il brand Carthusia è presente anche in prestigiosi punti vendita e alberghi con collezioni esclusive. “Abbiamo puntato non soltanto sulla rivisitazione delle ampolle-gioiello e dei packaging — precisa Virginia Ruocco, responsabile Area Marketing di Carthusia — ma anche sulla personalizzazione delle fragranze, la vendita nell’e-commerce e tante iniziative di comunicazione”.
L’ultima in ordine di tempo è la realizzazione di una galleria olfattiva, visiva e sonora dedicata ai passeggeri che arrivano all’Aeroporto Internazionale di Napoli. “Accompagniamo i turisti dallo sbarco nell’ aeroporto fino a Capri — spiega ancora Virginia — e lo facciamo proponendo loro un’esperienza multisensoriale in un ambiente interattivo”.
Nuovo pack a prova di sensi
Dal gennaio 2017 il pack Carthusia è cambiato e tutta la linea Eau de Parfum ha una nuova veste sulla quale è impresso il mitico logo di Carthusia, stampato con le tecnica della litografia. I nuovi astucci sono stampati in quadricromia e Pantoni, ci spiega Virginia, ma nei dettagli dove c’è il colore è stata utilizzata la tecnica della termografia allo scopo di creare uno spessore molto evidente e molto tattile, che non sarebbe stato possibile ottenere con le tecnica della serigrafia. La termografia è uno dei sistemi più adatti per ottenere l'effetto rilievo, una linea di spessore evidente che si crea in linea, attraverso il deposito di polveri sull'inchiostro ancora fresco e la successiva polimerizzazione con una specifica sorgente di calore.
“Con il nuovo pack abbiamo cercato di coniugare la tradizione di Carthusia con un tocco di innovazione — dice ancora Virginia — ma sempre nel rispetto dei nostri valori”. E aggiunge: “soprattutto, abbiamo voluto dare un carattere sensoriale ai nostri pack, modernizzarli, aggiungere una suggestione tattile capace di esprimere, attraverso la confezione, la misteriosa forza dei nostri profumi”.
Un’opera liberty
Una sirena che, nel gioco della sua metamorfosi, sprigiona l'universo di fiori colorati dai quali nascono i profumi Carthusia. È la meravigliosa opera liberty creata per Carthusia da Mario Laboccetta (Napoli, 1899 Capri 1988), che spicca sulle confezioni dei prodotti. Artista poco conosciuto, negli anni Venti e Trenta del Novecento, Laboccetta ebbe invece una notevole popolarità a Parigi come decoratore e illustratore di libri. A lui furono affidate nel 1933 dall’editore Nilsson le illustrazioni di un’importante edizione di Les Fleurs du mal di Baudelaire e di Les Paradis artificiels. Famose anche le illustrazioni che fece per i Contes d’Hoffmann, L’Édition d’Art Henri Piazza del 1932.