A Torreglia, nel Parco Regionale dei Colli Euganei, c’è un’azienda-gioiello, che produce etichette tessute per le più grandi aziende della moda e del lusso. Con un fatturato di 14,5 milioni di euro, 700 clienti nel mondo e il più grande parco macchine esistente (140 telai customizzati) Mion è l’impresa più importante del settore, con una produzione di 230 milioni di pezzi l’anno. Esito di lunghe collaborazioni tra le aziende produttrici e i centri stile delle griffe, i progetti delle etichette riflettono lo stile degli abiti e degli accessori, esprimono un grande lavoro di brand identity e di promozione dell’immagine di marca. Un universo parallelo alla moda di cui parliamo con Niccolò Mion.
Di Anna Aprea | Su PRINT 76
Dimmi che etichetta hai e ti dirò che abito indossi. Non sempre ci facciamo caso, ma le etichette cucite all’interno dei nostri abiti riflettono lo stile dei capi che indossiamo, non soltanto perché ne riportano loghi, decori, colori, ma perché ne suggellano la cifra e l’importanza. Come? Attraverso la fattura, le forme e i materiali di cui sono fatte. Ce ne sono di particolarmente sofisticate, altre sono minimali, sempre tuttavia esse ricalcano per affinità i codici del brand: i caratteri tipografici, i cromatismi, il suo portato di valori e di significati. In quella piccola superficie di tessuto stampato le aziende – soprattutto quelle del lusso - proiettano un grande lavoro di brand identity e di promozione dell’immagine di marca: non a caso il layout di un’etichetta è l’esito di lunghe collaborazioni tra le aziende produttrici e i centri stile delle griffe, che cercano di monitorare ogni dettaglio della superficie – contrasti cromatici, alette di piegatura, dimensioni, impunture, finiture - allo scopo di accrescere il pregio di abiti e accessori. Print ha incontrato Niccolò Mion, CEO di Mion, una delle aziende italiane più importanti nel settore delle etichette tessute, punto di riferimento delle multinazionali della moda e del lusso, colosso con una rete vendita che spazia dall’Europa, agli Stati Uniti al Giappone. Con un fatturato di 14,5 milioni di euro e 700 clienti nel mondo, Mion ha il più grande parco macchine per etichette esistente, composto da 140 telai customizzati. Vera e propria eccellenza del made in Italy, sorta nel Parco Regionale dei Colli Euganei, a Torreglia, Mion produce 230 milioni di etichette l’anno, e lo fa spaziando su una gamma molto ampia di materiali: dal poliestere riciclato al cotone, alla seta, al lino, dal jacron (materiale molto simile, nel tatto, alla carta) al Pvc, dal legno alle microfibre, alla pelle e molti altri materiali stampati con diverse tecniche (serigrafia e stampa digitale, impressione a caldo, alta frequenza). Dal 1967, anno della fondazione, prende il via la storia di Mion, realtà industriale che nei decenni, grazie alla costante ricerca tecnologica e stilistica, ha accompagnato lo sviluppo della grande moda italiana ed europea. E proprio come accade nella filiera della moda, oggi l’azienda veneta è sempre più sensibile al tema della sostenibilità, che si esprime nell’attenzione alla compatibilità delle produzioni e dei filati.
Quale posizione occupa la sua azienda nella costellazione di imprese che popolano il settore delle etichette in tessuto?
Siamo la Ferrari del settore, siamo fornitori di tutti i brand del lusso. Lavoriamo quasi esclusivamente con le grandi aziende della moda e del lusso, sia italiane che francesi, abbiamo uffici commerciali e agenti in tutta Europa e nel mondo, siamo insomma l’azienda più importante nel settore del lusso.
Qual è il vostro più immediato obiettivo?
Vogliamo realizzare al più presto, nel corso di quest’anno, un prodotto completamente sostenibile. Ce lo hanno chiesto i clienti e noi – che eravamo preparati a questa esigenza ormai molto diffusa nel mondo del lusso – abbiamo deciso di avviare un progetto importante di sostenibilità.
Di cosa si tratta?
Vogliamo sostituire tutto il filato di poliestere con il poliestere riciclato, una delle fibre tessili più sostenibili in assoluto, un materiale ecologico, trasformato in fibra a partire dalle comuni bottiglie in plastica.
Un progetto ambizioso?
Sì, Mion Green è un ambizioso progetto in tema di eco-sostenibilità e attenzione all’ambiente: vogliamo diventare la prima azienda produttrice di etichette tessute al mondo, completamente green. Il progetto Mion Green darà un ulteriore valore aggiunto alle nostre etichette, pur mantenendone inalterate le caratteristiche di qualità e stabilità, che da sempre caratterizzano i nostri prodotti.
Come si fa a riconoscere un’etichetta in poliestere riciclato?
Non è possibile riconoscerla, sono praticamente uguali alle etichette standard. La materia prima, ovvero il poliestere, deve essere accompagnata da una certificazione che stabilisce il fatto che quell’etichetta deriva da materiali naturali. Altrimenti nessuno lo sa. In questo senso le certificazioni sono importanti. Il nostro fornitore vanta la certificazione Global Recycle Standard (Grs), che va ad aggiungersi alla Oeko-Tex di classe 1, la certificazione che accerta la salubrità delle fibre tessili che l’azienda detiene dal 1995.
Come fate a progettare le etichette perché siano in sintonia con i desideri dei brand del lusso?
Noi presentiamo due collezioni all’anno di etichette create da noi, lo facciamo con un anno di anticipo rispetto alle sfilate. Presentiamo agli uffici stile i nostri look-book, proprio come le aziende di abbigliamento. Ci rivolgiamo a chi studia le tendenze e progettiamo etichette fatte con tutti i tipi di filo. Nella creazione delle collezioni ci muoviamo esattamente come si muovono le aziende che fanno abiti: guardiamo ai fenomeni che accadono nel mondo, al cinema, alle strade delle grandi metropoli, ai giovani, ai cambiamenti della società. Attraverso i nostri book promuoviamo poi le collezioni. L’etichetta è il biglietto da visita delle aziende che lavorano nella moda, dunque c’è molta attenzione ai dettagli.
Come sono le etichette alla moda?
Sono realizzate con tecniche semplici, hanno alette in alto e in basso perché non si veda la cucitura, le grafiche di moda sono quelle geometriche o con motivi floreali, ma con pochi colori. Il design deve comunque sempre essere riconducibile allo stile dei brand.
Come funzionano gli ordini online?
Abbiamo un sistema di web ordering che Mion ha reso utilizzabile da tutti i clienti per inserire proposte d’ordine e per monitorarne e tracciarne lo stato di avanzamento. Permette infatti ai vendor autorizzati di inserire direttamente ordini di prelievo on-line.
Dove sta andando questo mercato?
Il mercato si è contratto rispetto a qualche anno fa. Si è creduto a un certo punto che l’artigianato italiano fosse facilmente sostituibile, ma ora i brand del lusso sono tornati perché siamo italiani, e questo rappresenta una garanzia di autenticità della catena di custodia.
In che senso l’Italia rappresenta una garanzia?
Noi gestiamo i brand dei clienti, siamo i soli a poter dare loro l’assicurazione che le loro etichette non siano falsificate, che non si creino dei falsi: inseriamo infatti, in fase di tessitura, un sistema di riconoscimento non visibile a occhio nudo che dà ai clienti la garanzia che l’etichetta è autentica.