Interviste

Lo sguardo d'autore di Good's

L’emergenza Covid-19 ha fatto slittare al 2021 la più importante fiera mondiale dedicata all’eyewear, il MIDO. Ma non ha fermato la creatività “green” di un nuovo, sostenibile e innovativo – anche nel packaging –  brand italiano di eyewear. Si chiama Good’s, è nato a Napoli nell’estate 2019 e racchiude in sé un progetto culturale. Ci raccontano tutto il fondatore Piero Buono e il direttore creativo Francesco Maria Stazio.

Di Achille Perego | Su PRINTlovers 84 

Ideato da Piero Buono, che vanta una lunga esperienza nell’eyewear e una famiglia nel mondo dell’ottica da tre generazioni, insieme all’architetto Francesco Maria Stazio, direttore creativo del marchio al suo debutto nel settore, e al nipote Walter Engle, neolaureato in economia aziendale e anima young del brand, a cui è affidato lo sviluppo digital, l’occhiale Good’s è un manufatto prezioso, realizzato a mano con passione in Italia, con materiali di alta qualità totalmente bio ed ecocompatibili (per i telai solo acetato Mazzucchelli M49, 100% riciclabile e biodegradabile). Ogni pezzo si caratterizza per il design unico e si distingue per la trasparenza della montatura che rende l’anima visibile. Tutte le collezioni – l’ultima appena lanciata a settembre 2020 – presentano 7 modelli, prodotti solo in 90 pezzi per ognuno dei 6 colori disponibili e ogni occhiale è unico perché numerato sulla montatura.

Oltre a essere sinonimo di eccellenza manifatturiera, Good’s racchiude un progetto culturale. La prima collezione del brand, curata dal direttore creativo Francesco Maria Stazio, è stata, per esempio, un tributo all’architettura napoletana, perché riporta sulle anime delle aste dell’occhiale gli elementi architettonici di tre chiese del capoluogo campano.

Come si comunica la nascita di un nuovo brand che fa dell’alta qualità dei prodotti, del made in Italy, della sostenibilità e della creatività i suoi punti di forza?
«Crediamo molto nell’importanza di considerare la stampa in termini di valore, anche economico, e non solo di costi da tagliare – spiega Piero Buono – perché nel campo della comunicazione e del marketing, così come in quello dell’informazione, siamo sovraesposti a ogni forma di contenuto digitale, dimenticando quasi totalmente cosa significa tenere un catalogo tra le mani, un giornale o un libro. Nel campo degli acquisti, sicuramente le innegabili potenzialità della comunicazione digitale possono offuscare i vantaggi della carta stampata, tuttavia non bisogna dimenticare che la stampa è un mezzo unico per la sua capacità di trasferire valori e credibilità alla comunicazione pubblicitaria. Per tale motivo, a mio parere, i due canali non dovrebbero sostituirsi vicendevolmente ma integrarsi, differenziando i messaggi in base ai contenuti e al target. Questo è ancora più importante per i brand di lusso in cui la stampa è storicamente fondamentale per il posizionamento del prodotto. Cataloghi, brochure, lookbook e inviti cartacei sono già di per sé un modo per distinguersi dalla massa in un mercato che vira verso il digitale, e utilizzare oggetti con impaginazioni ricercate, nobilitazioni tipografiche, fotografie non banali e carte qualitativamente superiori, rende l’immagine del brand elegante ed elitaria».

Partendo da questa riflessione, come si è concretizzato l’aspetto marketing-comunicativo del vostro nuovo brand?
«Proprio per i motivi di cui parlavo prima – prosegue Buono –  Good’s ha scelto di non rinunciare al mondo della carta stampata e di porvi un’attenzione particolare curandone ogni dettaglio dalla concezione alla realizzazione. La prima attenzione, coerenti con la filosofia del brand, è sicuramente l’utilizzo esclusivo di materiali 100% riciclabili e biodegradabili sia per la comunicazione che per il packaging, riducendo inoltre al minimo gli spostamenti per la realizzazione e distribuzione del brand, grazie alla scelta di progettare e realizzare in Italia tutto il prodotto (occhiali, packaging, materiale POP e materiale pubblicitario). Nulla è lasciato al caso, ogni dettaglio è frutto di ricerca ed equilibrio. Sempre nell’ottica del recupero e riciclo, per esempio, per realizzare il materiale POP, elementi lisci in polimetilmetacrilato, utilizzati per gli yacht, si combinano alle ruvide tavole di ponte utilizzate per la movimentazione e restauro degli angeli di Giuseppe Sammartino della chiesa dei Gerolamini di Napoli, donate dall’A.Re.N., Associazione Restauratori Napoletani».

Cosa caratterizza gli astucci degli occhiali Good’s?
«Il packaging di Good’s è realizzato dalla storica ditta Gatto Astucci di Cadore, seguendo il concetto di “bello e ben fatto” e utilizzando esclusivamente tecnologie produttive e materiali sempre conformi alle più restrittive normative internazionali in tema di etica, sicurezza, salvaguardia della salute che rispecchiano la nostra visione eco-friendly. Anche le confezioni in cartone, i biglietti informativi e tutto il materiale cartaceo – stampato dalla R.C. Press di Napoli – sono realizzati con carte naturali e riciclate di alta qualità, certificate FSC®, completamente biodegradabili e lo stesso accade per la stampa grazie all’utilizzo di inchiostri bio, formulati con materie prime provenienti da fonti rinnovabili».
Del resto, aggiunge il direttore creativo Francesco Maria Stazio, «Good’s è un’identità completa, equilibrio perfetto fra creatività, tecnica e passione. La passione per il bello, la tecnica per realizzarlo e l’intuizione delle idee in continua evoluzione. Non è mai solo produrre occhiali, è immaginarli prima, progettarli poi ed infine raccontarli per presentarli all’esterno». Così, per comunicare all’esterno il prodotto, che nasce “artigianalmente” in serie limitata e porta in superficie l’anima dell’artefatto rendendola contemporaneamente struttura e decoro, ricorda Stazio «si è scelto di adottare una strategia di comunicazione mirata a raccontare l’unicità degli occhiali Good’s e soprattutto i suoi plus: pezzi in serie limitata da 1 a 90, utilizzo di materiali di alta qualità per il prodotto e per gli accessori come l’astuccio in pelle e la telina per la pulizia delle lenti, e il mood. Tanto che ogni modello si ispira a un architetto celebre e ha quindi una storia da narrare. Questo concetto è per noi importante, ragion per cui lo raccontiamo già nel pack».
Anche le tre schede informative, che raccontano l’occhiale, la collezione e il brand, sono diverse per ogni modello e raccolte in un astuccio con l’immagine dell’elemento architettonico da cui deriva la decorazione dell’anima dell’occhiale. Una scheda con notizie sulla collezione, sull’architetto a cui si ispira l’occhiale e sulla decorazione dell’anima, oltre alle note su materiali e lavorazioni. Il certificato di autenticità del prodotto è limited edition numerato a mano.
Tutti i materiali stampati sono in carta Arena Fedrigoni, mai patinata, per rendere il tocco ruvido al tatto, intervallato da alcune aree in UV o in embossing. La comunicazione digitale, invece, è affidata a un sito Internet minimale ed elegante, in cui il brand si racconta con un repertorio fotografico di Napoli e dei luoghi che hanno ispirato la prima collezione e nel frattempo si presentano i modelli. I social, quindi, rappresentano il luogo dove il marchio parla quotidianamente ai suoi “utenti” e presentare gli occhiali è solo una parte del tutto, poiché, ricorda Stazio, «quando un marchio comunica è come se parlasse una persona in carne ed ossa e l’uomo Good’s è appassionato della sua Partenope, dell’artigianalità e del “ben fatto”, e soprattutto ama e rispetta il Pianeta che ci ospita».


 


22/01/2021


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