Materiale antico ma sempre all'avanguardia, anche il vetro - come molti altri supporti prima di lui - negli ultimi anni si mette alla prova e reinventa grazie alle potenzialità della stampa digitale, aprendo nuovi scenari creativi e possibilità di applicazione.
Forse non siamo consapevoli della quantità di vetro stampato che usiamo ogni giorno. Questo perché spesso la stampa su finestrini, cellulari o contenitori ha uno scopo più funzionale che non ornamentale. Tuttavia le nuove tecnologie hanno rivoluzionato e ampliato le possibilità di stampare questo materiale incredibile. Si sta davvero scrivendo un nuovo capitolo della storia del vetro che da oltre un secolo è entrato prepotentemente negli spazi che abitiamo, tanto da far scrivere che viviamo “In the Era of Glass”.
Il vetro parla di noi
Il 2022 è stato l’anno del vetro. Lo ha dichiarato l’ONU perché desiderava “fare luce sul suo ruolo nelle nostre società e mostrare come questa tecnologia possa contribuire allo sviluppo sostenibile”. Questa scelta ha puntato il riflettore su un materiale iconico, ricco di simbologie, che ha accompagnato le civiltà umane sin dai suoi albori. Infatti il vetro ha giocato un ruolo cruciale nella creazione di strumenti, manufatti e tecnologie che hanno plasmato il corso della storia umana. Forse nessun altro materiale riesce a incarnare aspirazioni, visioni, sensazioni; a essere contemporaneamente contenitore e narrazione di piccoli e grandi momenti della nostra vita. Non si dice forse “persona trasparente” per indicare chi è sincero? Non si acquista più volentieri un prodotto con la confezione in vetro perché ci sembra più prezioso? Non diamo più valore a luoghi con grandi vetrate che modulano in maniera inedita spazi e luce? In sintesi, il vetro è un materiale la cui evoluzione si è intrecciata così tanto con l’attività umana, da rendere ancora attuale il detto del pensatore francese Louis Figuier: “Nato con le società primitive, il vetro scomparirà solo con lo scomparire della civiltà”.
Un’invenzione geniale
Oggi la stampa su vetro segue e amplifica il successo di questo materiale, che ha una storia davvero straordinaria. Il vetro non si trova in natura come il metallo o il legno. Va fabbricato. La sua formula è rimasta quasi invariata nei secoli costituita da una miscela a base di silice a cui vengono aggiunti soda e calce o altri composti. Ad alte temperature, circa 1.500°, è allo stato liquido. La massa fusa è plasmabile e suscettibile di diverse lavorazioni come la soffiatura, la foggiatura e la colatura. Il successivo raffreddamento lo trasforma in una struttura solida amorfa, cioè un materiale nel quale i cristalli si solidificano in maniera irregolare: ciò conferisce al vetro trasparenza e anche fragilità. Dopo il raffreddamento il vetro può essere ancora riscaldato e rilavorato. È questa possibilità che rende il vetro riciclabile. Un’altra proprietà importante del vetro è l’elevata resistenza agli agenti atmosferici e chimici. Il che lo rende ideale per superfici perfettamente lavabili e igienizzabili.
Un po’ di storia
La soffiatura è il metodo più antico per lavorare la massa vetrosa. I cilindri ricavati potevano essere successivamente riscaldati, tagliati e spianati in lastre per finestre. Il primo grande cambiamento nella produzione avviene per opera di un geniale maestro vetraio italiano, Bernardo Perrotto. Fu chiamato in Francia dal Re Sole per contendere il monopolio del vetro a Venezia. Grazie a lui nasce il metodo della col luce e gli spazi. Da allora si susseguono nuovi processi per rendere la produzione del vetro più economica e conveniente e si realizzano edifici innovativi e sorprendenti. Nascono serre, gallerie, mercati: tutti luoghi in cui è possibile visionare le merci con la luce naturale ma al riparo dalle intemperie. Nel XX secolo, il rapporto dell’uomo con lo spazio si trasforma radicalmente: nella società industriale, l’uomo si vede come costruttore e modellatore del mondo. Gli edifici si trasformano in scheletri d’acciaio rivestiti da grandi facciate in vetro. Da allora amiamo essere in contatto con il paesaggio, sentirci “inondati di luce”, e cerchiamo soluzioni sostenibili per illuminare e riscaldare le case. Il vetro è diventato un vero e proprio alleato nella costruzione o nella decorazione di interni. Grazie alle tecniche di stampa si trasformano le facciate o le aperture vetrate in spazi mediatici che mostrano contenuti o veicolano informazioni.
Pronto per la stampa
Oggi il float glass è la metodologia di produzione più diffusa. Permette di avere lastre di vetro di alta qualità, sottili e uniformi, in modo efficiente ed economico. Float glass significa vetro che galleggia e indica il procedimento inventato dall’americano Pilkington. La miscela contenente la sabbia silicea e gli altri elementi è fusa in un forno a circa 1.500°C. Viene spinta in una vasca che contiene stagno fuso tenuto a una temperatura costante intorno ai 600-650°C. Il vetro galleggia sulla superficie dello stagno senza mescolarsi e si distende automaticamente in uno strato uniforme. In questa fase si riesce a intervenire con mezzi meccanici per variare lo spessore. Successivamente la lastra passa in un forno di raffreddamento o étenderie dove la temperatura viene diminuita in maniera controllata fino a 250°C. Per questo motivo il vetro così prodotto viene anche chiamato ricotto. Infine le lastre vengono lasciate raffreddare completamente e immagazzinate, pronte per essere vendute a vetrerie specializzate dove verranno tagliate, molate o sottoposte a trattamenti specifici come la tempra, la satinatura, la laminatura, l’applicazione di coating. E naturalmente, stampate.
Dalla serigrafia alla stampa digitale a inchiostri ceramici
Come per altri settori, la stampa digitale ha portato a una rivoluzione nei processi e nella produzione del vetro decorato. Ora le aziende possono rispondere efficacemente alle esigenze di flessibilità, tempistiche rapide ed estrema personalizzazione del prodotto, abbattendo gli alti costi di avviamento della produzione dei telai serigrafici. Ma sono soprattutto gli inchiostri ceramici che hanno modificato la maniera di concepire il vetro stampato. Oggi la stampa non avviene più in un momento successivo al progetto, ma si inserisce nel flusso delle lavorazioni del vetro. Con tecniche come la serigrafia o l’uso degli inchiostri UV, il processo avviene sulla lastra sostanzialmente a prodotto finito. Mentre con gli inchiostri ceramici la stampa viene inserita tra la produzione del vetro float e le successive operazioni come la tempra, la laminazione o la finitura con i coating. Questo perché gli inchiostri ceramici, dopo essere stati stampati sulla superfice vetrosa, devono avere un trattamento termico, lo stesso necessario alla lavorazione del vetro durante il quale si fondono letteralmente con la lastra. Il disegno diventa un tutt’uno con la struttura molecolare del vetro, completamente indelebile e legato al ciclo di vita del prodotto. Cosa significa? Che la stampa nel tempo seguirà tutti i cambiamenti e le usure del vetro e non quelle dei materiali di stampa. Conferma Giorgia Giacchetto, AD di VenetoVetro: «15 anni fa, viste le esigenze dei nostri clienti, avevamo identificato in questa tecnologia una possibile soluzione alle necessità di ridurre tempi e costi nelle nostre produzioni. Ma anche la qualità della stampa è notevolmente migliorata sia nella precisione del dettaglio che nella riduzione degli scarti per un errato posizionamento dei telai serigrafici. Oggi con i nuovi inchiostri ceramici riusciamo a produrre una gamma ampia di colori, arrivando anche all’oro, o simulando sul vetro l’effetto del marmo, della pietra, del metallo, del legno».
Flusso di lavoro
Il file preparato con classici programmi di elaborazione di immagini come Photoshop, viene processato attraverso un software dedicato. Questo ha il compito di tradurre nel sistema a sei colori degli inchiostri ceramici, la gamma cromatica RGB o CMYK, oppure le corrispondenze alle tabelle Pantone e RAL. Nella maggior parte dei plotter per vetro, il sistema esacromatico utilizza il metodo CMiX, e miscela i sei pigmenti disponibili (BGWORK) per tradurre fedelmente il progetto iniziale. È anche possibile avere un’anteprima del risultato finale e apporre eventuali correzioni. Questo perché gli inchiostri ceramici hanno dei limiti nella riproduzione di alcuni colori come il rosso pieno o il magenta. Prima della stampa vera e propria, la lastra viene inserita in una speciale lavatrice ad acqua distillata e il vetro viene sottoposto a un trattamento antipolvere. A questo punto la superficie è pronta per entrare nel plotter. Una volta essiccati i colori, il tecnico esegue un esame attento della stampa per verificare che non ci siano imperfezioni o bolle dovute alla polvere e i graffi. In caso di errori, in questa fase i colori possono essere raschiati via e si può rifare una nuova stampa. Il processo è ripetibile fino a ottenere un risultato perfetto. Solo dopo l’approvazione, la lastra può passare alle successive lavorazioni richieste dalle diverse applicazioni finali come la tempra, la curvatura, la laminazione, la stesura di coating.
Infinite possibilità di giocare con la luce
Una delle affascinanti particolarità della stampa sul vetro è il controllo densità del colore che riesce a essere coprente o semitrasparente. Il designer ha la possibilità di decidere la quantità di liquido depositato dagli ugelli, che indicativamente va da 0 a 100 micron, per ottenere effetti e giochi di luce impossibili su altri materiali. Un’altra tecnica innovativa è la stampa doppia, che cioè mostra due disegni differenti su un lato e sull’altro del vetro. Questo perché è possibile stampare prima un’immagine e una volta asciutta, ristamparne un’altra sui colori già essiccati. Se usato su finestre, facciate o oblò nautici l’effetto finale sarà stupefacente: all’interno si potrà vedere per esempio un pattern decorativo mentre il lato esterno potrà avere una superfice colorata che lo mimetizza nascondendo la presenza dell’apertura vetrata. Tra le novità ci sono i motivi bird safe per gli edifici. Grazie alla ricerca si sono identificati dei pattern che riescono a essere visibili agli uccelli ma non percettibili dall’occhio umano. È un metodo efficace per impedire ai volatili di collidere contro le facciate di vetro dei grattacieli. Nella decorazione di interni la fantasia dei creativi non ha limiti con il vetro stampato: porte, divisori, top, pareti, superfici calpestabili, balaustre. Ma è l’uso nei luoghi di cura forse quello più sorprendente. Oggi si possono unire le caratteristiche di igienicità tipiche del vetro con la piacevolezza di una stampa per rendere più accoglienti posti tristi come sale operatorie o studi medici. I nuovi inchiostri stanno sostituendo efficacemente anche alcune lavorazioni tradizionali. Si possono riprodurre motivi opachi tipici della sabbiatura e le nuove formulazioni riescono a emulare le stesse sensazioni tattili. Possiamo davvero dire che la stampa digitale ha portato a una vera trasformazione del settore che non è solo economica. Sono aumentati i modi in cui possiamo immaginare il vetro nella nostra vita e sicuramente come possiamo migliorala, renderla più bella e più sostenibile.
Nobilitare il vetro con la stampa a caldo. Le proposte di Oropress
La stampa a caldo su vetro rappresenta una frontiera affascinante nel mondo della nobilitazione. La tecnica prevede che uno strato di adesivo venga steso sulla superficie del vetro, nell’area dedicata al disegno, e successivamente, grazie a una combinazione di calore e pressione, il foil aderisca tramite cliché solo nelle aree dove la colla è stata applicata. Oropress, azienda leader nel settore della nobilitazione di superfici, offre una vasta gamma di foil per la stampa a caldo su vetro, al fine di soddisfare diverse esigenze di design e resistenza. Le serie di prodotti 368 (GS), 380 (SRY) e 390 (SRX) sono state sviluppate per adattarsi sia a linee sottili che a superfici ampie, garantendo al contempo un’eccellente resistenza all’abrasione e all’esposizione a sostanze chimiche, mettendo inoltre a disposizione non solo una gamma di colori standard quali oro e argento, ma anche la possibilità di creare tonalità su richiesta, per incontrare ogni specifica esigenza creativa.
Le ultime tendenze del glass packaging (Di Michela Pibiri)
Stampare direttamente sul vetro, quando si parla di packaging, è una scelta che può essere determinata da diversi fattori, non da ultimo il posizionamento dei prodotti. Ecco perché è una tecnica scelta spesso dall’alto di gamma nel mondo del beverage, con particolare riferimento agli spirits, ma non solo: anche altre categorie merceologiche scelgono di rinunciare all’etichetta di carta per esplorare tutte le potenzialità della stampa diretta su vetro. Lo scorso FESPA Day, che si è svolto a Milano l’11 aprile, ha offerto l’opportunità per fare il punto sulle ultime tendenze del glass packaging insieme a Luca Oscar Maresi, Global rare & technical procurement manager di Campari Group, e Francesca Lorusso, Marketing manager di P&P Promotion, azienda piemontese specializzata nella decorazione su vetro.
Nel mondo degli spirits, per delineare delle tendenze è importante partire da due principali categorie: quella della Mixology, composta da spirits utilizzati per la realizzazione di cocktail, e quella del Luxury, spirits che vengono bevuti in purezza e che spesso entrano nel mondo del collezionismo. Entrambe sono accomunate da un’intensa attività di R&D ma si distinguono per il diverso posizionamento e pubblico di destinazione: nella Mixology è fondamentale la ricerca di unicità per un impatto estetico a scaffale, un design accattivante, la riconoscibilità sul mercato: di base il prodotto non è pregiato in sé, ma viene scelto in base alla sua “copertina”. Questo si realizza, in termini di stampa, con l’uso sapiente del colore che deve “bucare lo scaffale” – e di solito non è mai un solo colore, si parte da 4 per arrivare alle possibilità cromatiche infinite della stampa digitale - effetti sfumati, contrasti lucido-opaco, mascherature, stampe texturizzate e a rilievo e anche con l’effetto “vetro su vetro”.
Nel Luxury le parole chiave sono unicità ed eleganza, design esclusivo, rarità e perfezionismo nel design, centralità del messaggio. Le bottiglie devono essere armoniose, preziose, spesso sono oggetto di regali importanti o vengono addirittura custodite in cassaforte; il messaggio si basa sempre sull’heritage del brand. La R&D non viene a mancare solo perché l’estetica è più “classica” ma anzi, si concentra sulla ricerca di fornitori in grado di soddisfare richieste di eccellenza. Le scelte di stampa ricadono sulla ricerca della preziosità, l’applicazione di foil con spessori, metalli preziosi e applicazioni polimateriche come resine, cristalli Swarovski e leghe metalliche come lo zamac, quindi, come nel caso della Mixology, la combinazione tra effetti visivi ed effetti tattili è fondamentale. Al di là di queste specificità, poi, si possono riscontrare dei trend trasversali: la ricerca di forme ed effetti speciali come glitter, filigrane, tono su tono e, naturalmente, la sostenibilità.