Le classiche buste in tela, un tempo utilizzate solo per fare la spesa o sbrigare qualche commissione, sono ormai un accessorio di tendenza. Design innovativo, cura dei materiali e scelta delle tecniche di stampa più indicate sono requisiti imprescindibili per realizzare accessori unici e duraturi. Ne abbiamo parlato con Sai Devi, Teefactory, Gedshop e Solution Group.
Di Caterina Pucci | Su PRINTlovers 95
Un tempo le chiamavamo sportine. Oggi diciamo tote bag (dall’inglese to tote: portare) e sono un “must have” che ha conquistato proprio tutti: festival del cinema, case editrici, brand di moda e “it girls”. In And Just Like that, reboot della nota serie televisiva Sex and the City, Carrie Bradshaw abbandona la sua baguette Fendi per una borsa di stoffa targata NPT, cioè la National Public Radio di New York per cui, nel corso della stagione, conduce un podcast. Proprio come le t-shirt, anche le tote bag sono diventate uno statement, che racconta moltissimo di noi: a quali riviste siamo abbonati (vi vedo, lettori di Vogue e New Yorker), quali libri leggiamo, i film che apprezziamo, le illustrazioni che amiamo. La natura personalizzabile e mutevole di questo accessorio (trattasi letteralmente di tela bianca) ha aiutato ad alimentarne il mito.
Dagli yatch alle librerie indipendenti
Se pensate si tratti di un’invenzione moderna, vi sbagliate di grosso. Già negli anni Quaranta venivano utilizzate per le gite in barca per via della loro comodità, resistenza, nonché ampiezza. Amatissime dai frequentatori di yacht, naturalmente erano utilizzate anche dai lavoratori (venditori porta a porta o chi consegnava i giornali). La catena di negozi L.L. Bean ne propose una versione più moderna e originale che si fece presto largo tra le casalinghe, grazie alla sua capacità, praticità e accessibilità. Da allora viene rivisitata in ogni modo possibile. Nel mercato dell’editoria si fanno strada grazie a The Strand, storica libreria indipendente newyorkese fondata nel 1927. Una specie di istituzione per i bibliofili dell’East Village (come Shakespeare & Co. per Parigi), fu la prima libreria a proporre una tote bag con il suo logo stampato sopra come comodo accessorio da abbinare agli acquisti libreschi dei propri frequentatori. Dal 2005, dopo un restauro della sede principale, la libreria include anche uno spazio per il merchandising dove si trovano moltissime tote, con l’iconico logo rosso della libreria stampato sopra, circondato da pattern diversi: illustrazioni che celebrano la città o la lettura, citazioni di autori classici. Esistono anche diverse edizioni limitate, realizzate in collaborazione con artisti come Art Spiegelman o Rose Wong. L’anno scorso Bottega Veneta ha trasformato un feticcio per booklovers in un accessorio di lusso, con una rivisitazione in pelle disponibile in tre differenti versioni, presentate durante la New York Fashion Week dal direttore creativo Matthieu Blazy con una cena intima dentro i locali di Strand. L’iniziativa aveva lo scopo di aiutare la libreria, che dopo la pandemia sembrava costretta a chiudere, e ha prodotto circa 25mila ordini online nel giro di pochi giorni. Oggi, secondo una ricerca di Technavio, il mercato delle tote bag ha un valore complessivo di 334,5 milioni di dollari. Ne esistono per ogni fascia di prezzo: possono essere gratuite come quelle che Vogue o New Yorker regalano a chi si abbona alla rivista o costare 3.250 dollari come quella progettata da Dior. Ma quali sono le caratteristiche da tenere in conto quando si progetta una “sportina”? Quali sono le tecniche di stampa più utilizzate o i supporti più richiesti dai clienti? Che cosa determina il successo di una shopper? Lo abbiamo chiesto ad alcune aziende che le progettano e realizzano quotidianamente: Sai Devi, Teefactory, Gedshop e Solution Group.
Naturale o sintetica, purché sia creativa
The Good Idea ha un’esperienza ventennale nel settore del merchandising con particolare attenzione al tema della sostenibilità. È infatti la prima Società Benefit in Italia nel suo settore. Un'azienda che con l’acquisizione di Sai Devi – tra i leader del mercato del beauty e private label da oltre 30 anni – ha potenziato la sua offerta e arricchito la rete di servizi a disposizione dei propri clienti. Il team creativo è sempre attento a intercettare le ultime tendenze e a ricercare nuovi materiali per fornire soluzioni innovative e all’avanguardia. Tra i gadget a disposizione ci sono naturalmente le borse, spesso fornite come gadget promozionale durante eventi, fiere di settore o per il lancio del nuovo prodotto di un brand. «Dopo decenni in cui la plastica ha dominato incontrastata, vediamo affermarsi l’utilizzo di supporti naturali (tela, cotone, canapa, juta) così come di materiali riciclati» spiega Mauro Moschitta, della Branch specializzata nel beauty & design di The Good Idea. «Tutti i nostri fornitori possiedono le principali certificazioni dell’industria tessile, indispensabili per lavorare con i brand, in particolar modo di calibro internazionale: GRS, OCS, GOTS, OEKO-TEX, FAIRTRADE». Dal punto di vista creativo, esistono due strade. Alcuni clienti arrivano con un’idea, altri chiedono di proporre un design che sia coerente con la brand identity o con i prodotti o l’evento che si sta sponsorizzando. «Spesso – aggiunge Serena Carcassoli, fondatrice di Sai Devi, oggi responsabile della Branch – ci è capitato di collaborare con designer e illustratori che hanno realizzato creatività ad hoc per i clienti, che raccontassero la storia del brand o una specifica campagna promozionale. Per una catena di hotel, ad esempio, abbiamo realizzato delle shopping bag con illustrazioni che richiamassero la localizzazione delle strutture alberghiere. Anche la scelta dei supporti da utilizzare e dei colori sono elementi che giocano un ruolo fondamentale e aiutano a rimanere impressi nella memoria degli utenti finali». Chiaramente l’utilizzo di supporti riciclati o realizzati con materiali post-consumo ha un costo maggiore, ma è una sfida a livello produttivo che Sai Devi ha deciso di intraprendere attraverso un dipartimento interno che si occupa specificatamente di consulenza alla sostenibilità, aiutando le aziende a intraprendere un percorso in tal senso. «Abbiamo realizzato una sorta di calcolatore interno che rende misurabile il proprio impatto ambientale e ha convinto molti clienti a preferire supporti sostenibili per le loro collezioni».
E-commerce e personalizzazione, le chiavi del successo
Dal 1981 Teefactory.it si dedica alla personalizzazione di supporti tessili. Inizialmente focalizzato sulla pubblicità per imprese e gli eventi sportivi, al momento lavora principalmente con marchi di abbigliamento. La sede è a Barcellona, ma l’attività è dislocata in tutta Europa. «Le tote bag o shopper sono state il secondo oggetto che abbiamo realizzato dopo le magliette, che sono il nostro prodotto di punta» spiega il management dell’azienda. Oggi, pur non essendo più produttori diretti di abbigliamento ma rivenditori di marchi noti sul mercato, le shopper continuano a essere uno dei loro articoli più venduti. Il mercato del tessile ha visto un aumento importante della domanda di materiali sostenibili, per questo motivo le borse vengono realizzate soprattutto in cotone biologico o RPET. Il lavoro di Teefactory consiste nel personalizzare il materiale di partenza con il design fornito dal cliente. «Non disponiamo infatti di un nostro portfolio, ma parte del nostro lavoro consiste nel consigliare e guidare i clienti, ritoccando i loro disegni, se necessario, e guidandoli durante l’intero processo di sviluppo del progetto e di relativo acquisto» aggiunge il team. All’interno del reparto stampa dell’azienda si trovano macchinari per ogni esigenza di personalizzazione, dalle più artigianali alle più moderne: serigrafia, ricamo, sublimazione, DTG (direct-to-garment), DTF (direct-to-fabric) e così via. Per quanto riguarda i tessuti, le shopper più vendute sono in 100% cotone anche se negli ultimi anni la richiesta di tessuti organici e riciclati sta diventando sempre più importante. Per il mondo promozionale, invece, Teefactory realizza anche borse in tessuto non tessuto, TNT, un tipo di materiale tessile formato da una serie di fibre unite da processi meccanici, termici o chimici che non richiedono la trasformazione delle fibre in filati. Questo materiale garantisce una grande capacità di resistenza alle alte e basse temperature e all’acqua, oltre a non essere abrasivo.
A ciascuna shopper il suo materiale
Gedshop.it è uno shop online specializzato nella customizzazione di prodotti di ogni genere, dal gadget promozionale al capo di abbigliamento tecnico, da lavoro e tempo libero. Grazie a un’esperienza decennale è in grado di gestire ogni tipo di richiesta, collaborando con piccole e grandi imprese, enti pubblici, società e associazioni di qualsiasi settore e privati, accompagnandoli in tutte le fasi di vendita. Da tre anni Gedshop rientra tra i migliori shop online in Italia, selezionata dal Corriere della Sera nella categoria Le stelle dell’e-commerce. «Ancor più delle fidelity card, le tote inducono all’acquisto data la forte componente psicologica che interessa gli acquirenti nel ricevere una borsa “gratis” da poter riutilizzare in moltissime occasioni e situazioni diverse. Gli utilizzi sono davvero infiniti: si possono rivendere nel proprio punto vendita, si possono utilizzare al posto delle buste al momento dell’acquisto, si possono distribuire durante fiere ed eventi» spiega Alessandro Condonello, co-fondatore di Gedshop. «La scelta fondamentale non riguarda tanto la forma, che è standard, quanto i materiali che determinano la durabilità e resistenza della borsa e della stampa». Il cotone è la scelta più classica perché garantisce durabilità, morbidezza, resistenza antistrappo e possibilità di lavaggio in lavatrice, oltre a essere composta di fibre naturali e biodegradabili. Anche il polipropilene riscuote un certo successo, data la resistenza e l’ottima resa delle stampe sulla superficie.
Fai del bene e stampalo
Attiva dall’85 nella distribuzione di oggetti promozionali e merchandise per multinazionali, dal 2018 Solution Group ha iniziato una vera transizione etica ed ecologica con una serie di investimenti che si stanno dimostrando un asset strategico. «Alcuni clienti hanno sviluppato una particolare attenzione al tema della sostenibilità e questo ci impone di ricercare materiali e processi a ridotto impatto, nonché partner dotati di tutte le certificazioni dell’industria tessile» spiega Manuel Xueref, Marketing Manager di Solution Group. Nel corso dell’ultimo Brand Revolution, Solution Group, in collaborazione con l’agenzia creativa DLV BBDO e AISM Milano (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), ha realizzato cinque tipologie di shopper in 100% cotone organico del peso di 259 g/mq. Ciascuna è concepita per rappresentare e dare corpo a un sintomo tipico della Sclerosi Multipla. La personalizzazione di ciascuna shopper è realizzata in serigrafia, ricamo e tecniche differenti che ricoprono il ruolo fondamentale di arricchire la user experience delle persone. Oltre a leggere nozioni sull’argomento, infatti, possono “imparare coi loro sensi” e in modo completamente originale ciò che provano le persone con Sclerosi Multipla. I modelli sono stati realizzati già valutando la possibilità di una produzione in grande scala. La vendita delle borse non solo supporterà AISM raccogliendo donazioni, ma permetterà di rendere questa malattia visibile a tutti, raccontandola in un modo immediato e quotidiano, soprattutto per i giovani.