Visionaria, poetica, attenta al cuore che batte. Barbara Calzolari è una delle calligrafe più apprezzate del mondo. Insegna in Europa, negli Stati Uniti, in Asia. È la prima e unica donna italiana nominata Master Penman dalla prestigiosa associazione americana IAMPETH. Un’artista delle lettere che i grandi brand si contendono.
Di Anna Aprea | Su PRINT 67
Hanno un riverbero poetico le parole con cui Barbara Calzolari, una delle calligrafe più apprezzate del mondo, ci parla della calligrafia: “quando scrivi ti ritrovi come se fossi caduta di nuovo sulla Terra con addosso la gioia di un bimbo che scopre la vita, hai tutte le tue miserie e i tuoi dubbi e tuttavia non vedi l’ora di scrivere e di cercare dentro di te quell’equilibrio che ti consente di ottenere una certa inclinazione del gesto, di toccare col pennino la carta e sentire se il tuo stile sarà delicato, elegante, arrabbiato”. Un’esperienza forte dunque, come un sentimento del corpo che spinge verso il riconoscimento di una radice “perché scrivere — spiega — è una cosa profondamente umana, io provo piacere nello scrivere, amo talmente il mio lavoro che lo farei sempre: anche sotto i ponti scriverei, scriverei, scriverei”.
Il miracolo della parola scritta
“In questo tempo così difficile c’è un bisogno diffuso di verità e se continuiamo a mentire moriamo — aggiunge Barbara — abbiamo bisogno di quei segni umani,abbiamo bisogno di usare le mani e i segni calligrafici sono cose che accadono nelle mani, e accadono mentre li immaginiamo con gli occhi, linee ripetute nelle quali diventiamo abili quando impariamo a realizzarli in armonia con la respirazione, la corretta postura, la mente e il cuore, ma bisogna allenare la mano a seguire il cervello e quando tutto coincide è molto bello”.
Ma come si diventa calligrafi? “Si entra nel segreto della calligrafia solo attraverso la disciplina, l’umiltà, lo studio, soprattutto la coscienza dei propri limiti — risponde — io non ho mai smesso di studiare, di fare esercizi per ottenere il controllo del gesto e insieme raggiungere il massimo dei risultati”. Risultati che si ottengono, ci spiega, quando forma e contenuto coincidono. “Così che quando lavori ad esempio su un profumo sei capace di immaginare una foresta pluviale, di mantenere la tua tensione visionaria ed esprimerla attraverso l’inchiostro, il colore, il gesto: solo così l’esito è umano, organico, vicino alla sensibilità degli uomini. Come il pane fatto col lievito madre”.
Dalla moda al pennino
Prima di diventare calligrafa, Barbara ha lavorato a lungo nel mondo della moda, che ha poi abbandonato per la sua grande passione. Un’esperienza durata quindici anni, con grandi aziende di abbigliamento, per le quali è stata responsabile della produzione in Indonesia, in Malesia, in Cina. “Avevo sempre meno voglia di vivere in quell’universo che mi appariva insensato — racconta — sempre meno voglia di fare una vita così lontana da quello che sentivo di essere, che mi sono messa a cercare forme per trascrivere poesie, sovrapponendo lo studio lettere al mio lavoro”. Fino alla decisione fatale, che squarcia il velo della sua indiscutibile vocazione.
E che arriva quando decide di mollare tutto: l’azienda, il successo, il denaro, i viaggi. E comincia a studiare calligrafia con l’Associazione Calligrafica Italiana. Ma non le basta. Allora se ne va negli Stati Uniti per approfondire la sua formazione. Qui, sotto la guida di Michael Sull, uno dei più importanti maestri calligrafi, si dedica allo studio dell’uso del pennino sottile per lo Spencerian, evoluzione del corsivo inglese, un carattere nato nel 1820 in Ohio, caratterizzato da minuscole molto delicate e capitali importanti con ombre molto intense. Ancora adesso il pennino punta sottile (che consente di variare lo spessore del tratto in base alla pressione sul foglio) è il suo strumento preferito, che ama utilizzare nelle variazioni di Punta sottile sulla carta Bond and Riley.
L’invenzione della bellezza
Prima e unica donna europea nominata nel 2015 Master Penman dalla prestigiosa associazione americana IAMPETH (International Association of Master Penman, Engrossers and Teachers of Handwriting), Barbara Calzolari è tra i dodici calligrafi che hanno raggiunto la vetta dell’eccellenza in quel tesoro di sapienza e di cultura, che è l’arte calligrafica. Un’artista che ha lavorato per molti brand della moda, e non solo. Sì perché nella sua biografia figurano nomi e committenze di grande prestigio. A cominciare dall’enciclica di Papa Benedetto XVI, Deus Caritas est, che nel 2008 Barbara ha interamente trascritto con inchiostro ferro gallico in un carattere gotico, il Fraktur, custodita in Vaticano e nella cattedrale Saint Patrick Church di New York. Ha poi calligrafato gli inni nazionali e i frontespizi dell’opera Antonio Canova. L'invenzione della bellezza, un prestigioso volume ora in mostra alla Royal Library di Londra, donato ai capi di Stato intervenuti nel 2009 al G8. In cancelleresca su pergamena ha poi ricopiato anche tre copie del manoscritto di Caterina de’ Medici, ora conservate alla Washington Library e al Vittoriano a Roma.
Tensione e concentrazione
Ma nel portfolio di Barbara Calzolari figurano anche moltissimi lavori realizzati per grandi marche, di cui non ci riferisce i nomi. Sappiamo però che ha appena ultimato quindici scritte sulle pareti del palazzo di Alleanza Assicurazioni a Milano, che il suo Corso di calligrafia (Editore De Vecchi) ha già venduto 20.000 copie, che è chiamata a intervenire nelle più importanti convention internazionali. È contenta di tutta questa attenzione che c’è intorno a lei? “ Ho dedicato tutta la mia vita e le mie risorse a questa passione eppure mi sento ancora studente — risponde — sento che mi manca sempre qualcosa perché la calligrafia è così… un’arte che ti obbliga a sentirti in uno stato di perenne ricerca”. E riprende: “Può accadere che un giorno ti siedi a lavorare e la tua mano è ribelle, il tuo corpo non vuole saperne di fare quello che vuoi fare e allora devi ricominciare a esercitarti sui fondamentali finché i tuoi segni riescono ad esprimersi in maniera naturale”.
Tensione e concentrazione, fluidità del gesto e attenzione della mente, esperienza estetica e tecnica sono la sorgente di quest’arte squisitamente analogica, che è un fare ma anche un essere. Perciò un calligrafo deve continuare a misurarsi finché il corpo, il pennino e il mondo non si sciolgano in un insieme. E diventino uno. Qual è il suo più grande desiderio? "Vorrei che si potessero ancora realizzare grandi opere calligrafate come ai tempi di Cosimo de Medici".
Barbara Calzolari è la prima donna europea nominata nel 2015 Master Penmen, il più alto riconoscimento dell’abilità di un calligrafo.
Come è richiesto dalla prestigiosa International Association of Master Penman, Engrossers and Teachers of Handwriting, i maestri calligrafi (che sono 12 in tutto il mondo) realizano a mano il proprio certificato nel quale devono figurare elementi di Blk Letter, Engrosser’s Flourishing, American cursive, Spencerian, Signature writing.