“Non sperate di liberarvi dei libri”: grande Umberto Eco. Aveva proprio ragione a dirci che non sarebbe stata una rivoluzione tecnologica a chiudere la lunga storia del libro cartaceo. Dopo anni difficili, il settore mostra segni di ripresa e non soltanto per la vivacità dei giovani che leggono i manga, discutono di libri su TikTok, frequentano le librerie, condizionano le classifiche, ma anche perché, fra alti e bassi, la filiera reagisce, si ingegna e si ridisegna. Forse possiamo traghettarci nel futuro, sconfinare e imparare a essere diversamente editori.
Mai come oggi i dati di cui disponiamo sull’andamento dell’editoria italiana smentiscono l’idea di un settore in sofferenza. La nostra filiera è in crescita di 300 milioni rispetto al 2019, è ai primi posti in Europa e sesta al mondo. Nuovi segmenti di pubblico – con una netta prevalenza delle ragazze comprese nella fascia d’età 11-19 – si avvicinano al libro (stampato) attraverso i social; le librerie fisiche, sempre più frequentate dai giovani, consolidano la loro posizione come primo canale d’acquisto e producono il 53,8% del fatturato di filiera. In definitiva l’intero settore sembra rifiorito, si dimostra capace di assorbire nuove tendenze, si rimodella, crea inedite chance di contatto tra il pubblico e il libro nei suoi diversi formati, compresi gli audiolibri. Dopo gli anni delle sfide più dure ora si affrontano con consapevolezza le conseguenze della crisi energetica con l’aumento dei prezzi della carta, cresciuti del 57 per cento negli ultimi due anni. Insomma, nonostante le difficoltà, possiamo mantenere uno sguardo ottimista.
Una spinta trasformativa
Le ragioni che fanno pensare a un rimbalzo di vitalità sono più d’una e operano in diverse direzioni: sia nel mercato con l’aumento dell’acquisto di libri da parte dei più giovani, sia sul piano delle risposte produttive. L’intero comparto, in tutte le sue componenti – produzione, distribuzione, vendita – sta accompagnando la spinta trasformativa con un’offerta sempre più articolata, attenta alla sostenibilità, al deciso aumento del pubblico femminile, ai cambiamenti della domanda. «In questo periodo c’è una maggiore attenzione a quello che accade su più fronti – spiega Antonio Strepparola, Buyer delle librerie Mondadori – intanto le tirature non si fanno più sulla base di stime approssimative ma con modelli capaci di ridurre i rischi e le rese, c’è attenzione ai costi della carta, noi buyer studiamo le prenotazioni giuste per le grandi catene, valutando la storia dell’autore, cercando di capire se fidarci di un esordiente oppure no, insomma c’è, da parte di tutti gli attori, più sensibilità».
Guidano le ragazze
Si legge poco in Italia, lo sappiamo: solo il 43% della popolazione lo fa ma, buona notizia, sono in crescita i giovani. Il 96% delle ragazze e dei ragazzi ha letto almeno un libro non scolastico negli ultimi dodici mesi, erano il 75% nel 2018. In prima linea come sempre le donne, anzi le ragazzine di 11-14 anni: più di 6 su 10 hanno letto almeno un libro nell’anno. Secondo i dati AIE, il mercato dei libri per bambini e ragazzi ha toccato quota 268,4 milioni di euro e, se aggiungiamo i fumetti, arriva a 283 milioni.
A proposito di fumetti
Importante segmento di sviluppo per l’intera filiera del libro, sono i fumetti che in Italia hanno venduto nel 2022 (nelle librerie specializzate) per un valore di 71,2 milioni di euro, in crescita del 28,5% rispetto al 2021. Se poi a questi dati sommiamo il venduto nei canali trade arriviamo a 107,9 milioni di euro (più 8,6% rispetto al 2021). «La crescita – aggiunge Strepparola – è trainata dai manga, che dopo tre anni in doppia cifra ora conoscono un assestamento». In particolare, spiega il buyer della Mondadori, vanno forte le Anime, la versione animata dei manga che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non sono affatto un fenomeno solo maschile. Il boom dei comics ha portato il Gruppo Mondadori, nel giugno 2022, ad acquisire Edizioni Star Comics, della famiglia Bovini, una delle più importanti case editrici del settore fumettistico italiano, insieme con Grafiche Bovini (società controllata dalla stessa famiglia) e Starshop, ovvero l’intero sistema distributivo di Star Comics. Dal gennaio 2024 sono, a tutti gli effetti, nella famiglia Mondadori.
I prelibri vanno forte
Emergono in positivo anche i dati dei libri dedicati ai bimbi piccolissimi, nella fascia 0-3 anni. Stampati non solo su carta e cartoncino ma anche su tessuto, panno spugna, plastica, i libri attivi devono la loro fortuna all’abitudine consolidata alla lettura ad alta voce da parte di genitori e insegnanti. I piccoli fanno sempre più esperienza del libro e la cosiddetta pre-lettura coinvolge il 70% di loro, prima della pandemia erano il 49% (dati AIE). Composti da poche pagine con alette da sollevare, fustellature, buchi, percorsi da seguire, finestrine da aprire, questi libri erano un tempo prodotti quasi esclusivamente in Cina, ma ora possono essere realizzati anche in Italia, grazie a tecnologie sviluppate per stampare libri in cartonato con finestre o puzzle seguendo un workflow automatizzato.
Generazione BookToker, una potenza di fuoco
L’avvicinamento alla lettura dei più giovani è un fenomeno, come abbiamo detto, che potrebbe ridisegnare i contorni della filiera. I ragazzi leggono di più, integrano i contenuti col mondo digitale, mostrano grande curiosità per il self publishing, restano in contatto con l’universo del libro grazie ai social. Le comunità dei booklover su TikTok hanno numeri da capogiro. #Booktokitalia, l’hashtag di riferimento di ragazzi e ragazze di età compresa tra i 12 e i 18 anni, conta circa due miliardi di visualizzazioni, quello internazionale più di 93 miliardi. Una potenza di fuoco che può rendere in pochi minuti cool un titolo, riportare in classifica libri usciti anni prima, incrementare le vendite da un giorno all’altro, da un video all’altro.
Vince il romance
Generi preferiti dalla nuova generazione di lettori? Oltre ai fumetti tutti/e pazzi/e per il romance, che sta vivendo una stagione di rinnovata popolarità (con il raddoppio delle vendite dal 2019 a oggi), c’è poi lo spicy che mescola erotismo e romanticismo, l’high fantasy con storie ambientate in mondi immaginari o che trattano i cambiamenti climatici. Molto gettonati anche i romanzi distopici e la narrativa LGBTQIA+. Insomma siamo davanti a una mutazione non soltanto dei gusti e delle classifiche dei best seller, ma anche delle forme di promozione e di vendita.
Nella spirale di rilancio le librerie
In questo orizzonte di cambiamenti si può collocare anche la ripresa delle librerie che hanno guadagnato terreno a discapito dell’online e della grande distribuzione. Tanti i giovani intercettati sui canali digitali che frequentano le librerie, anche grazie all’intensa proposta di iniziative collaterali: presentazioni di libri, laboratori, incontri, piccole mostre e, non meno importanti, le tecnologie inserite negli spazi. Emblematico il corredo digitale della libreria Mondadori di Piazza Duomo a Milano: totem interattivi, Digital Signage per visualizzare in tempo reale le novità, un’immersive room per le video esperienze, un touch trovalibro, postazioni tablet e persino una campana sonora da cui è possibile selezionare gli audiolibri.
In principio la stampa digitale
All’origine di questa sorprendente resilienza del libro c’è, come è ben noto, la stampa digitale che ha agito con grande forza nel mercato: ha reso possibile ristampare just in time titoli richiesti dalle librerie; ha ridotto sprechi di carta e dato efficienza e sostenibilità alla produzione e alla logistica. «Grazie alla stampa digitale, i cui plus sono costo, velocità, servizio – conferma Emilio Scirea, consulente tecnico Mondadori – gli editori possono ripetere tirature anche solo di duecento/trecento copie senza particolari ripercussioni economiche. Il break-even tra il processo di stampa tradizionale e quello digitale si colloca oggi a 1500 copie. Non a caso una quota che varia tra il 20 e il 30 per cento della produzione del Gruppo Mondadori utilizza la stampa digitale». Con il miglioramento progressivo della qualità e dell’efficienza produttiva gli editori hanno potuto utilizzare al meglio le potenzialità del catalogo, valorizzando tutti i titoli disponibili, anche quelli non particolarmente visibili in libreria. Dunque si è come dilatata l’offerta. La spinta del digitale ha agito in tutti i passaggi della filiera. Guardandone oggi gli effetti, possiamo dire che si sono composti via via nuovi business, dalle produzioni personalizzate al web to print fino alle piattaforme di print-on-demand che hanno consentito a non poche aziende grafiche di rispondere al fenomeno del self publishing (seppure tra gli enormi livelli di competitività del mercato).
Publishing 2030 Accelerator
Da molti anni editori, cartiere e produttori di macchine da stampa condividono obiettivi comuni: riduzione degli sprechi, ottimizzazione dei processi, soprattutto un approvvigionamento responsabile dei materiali dalle carte certificate agli inchiostri vegetali, dalle colle vegetali nella rilegatura ai materiali biodegradabili nella plastificazione delle copertine e del confezionamento. Per velocizzare ancora di più l’introduzione di pratiche sostenibili, alla recente Fiera di Francoforte, che si è tenuta nell’ottobre del 2023, l’Associazione internazionale degli editori e la Federazione degli editori europei hanno insieme presentato un progetto dal titolo Publishing 2030 Accelerator, un laboratorio di best practice per la messa a punto di un modello di calcolo dell’impronta di carbonio prodotta lungo il ciclo produttivo, dalla stampa di ogni singolo libro fino alla sua distribuzione.
Canon Future Book Forum 2023
Al centro di una rete di scambi tra il libro cartaceo, i suoi diversi formati e le tante modalità di accesso ai contenuti, si colloca oggi la riflessione anche dei produttori di macchine da stampa, primo fra tutti Canon. Fuoco tematico del recente Canon Future Book Forum 2023, che si è tenuto a Pong, in Germania, è la possibilità di saldare, in un punto di incrocio, tutti i diversi formati del libro. «Leggiamo in contemporanea attraverso molti dispositivi e in tanti formati: è giunta l’ora – ha spiegato Peter Fisk, relatore del convegno – di pensare a un libro che dovrà riflettere questi cambiamenti». Come? La risposta, ha detto, parte dal liquid design, che può offrire al lettore un’esperienza innovativa combinando le caratteristiche del libro fisico con le funzionalità dei formati digitali: istantaneità, personalizzazione, efficienza. Tutto lascia spazio a una progettualità liquida e fantasiosa perché «il libro non è più un prodotto ma un servizio di contenuti» ha detto Fisk. Bisognerà partire da questo punto – l’aumento di transmedialità e di formati ibridi – per inventare uno schema di evoluzione del libro, una sua nuova interezza.
IA, un nuovo punto di svolta
Così come cambia il concetto di libro, in correlazione prospettica cambia l’editoria. E se guardiamo questo universo alla luce delle potenzialità dell’intelligenza artificiale, nonostante le possibili distorsioni di cui discutiamo e discuteremo a lungo, intravvediamo il profilo di una potente alleata che avanza. Alcuni strumenti già ora migliorano il lungo processo di produzione di contenuti e servizi: li usiamo per prevedere il potenziale pubblico di lettori di un inedito, per monitorare informazioni sui trend di interesse, fare traduzioni sempre più accurate, rispondere ai clienti, semplificare le attività di classificazione e ricerca. Certo, dovremo fare i conti con un eccesso di iniziative, bisognerà vigilare affinché non attecchisca una logica di discriminazione, occorrerà selezionare fonti riconosciute e riconoscibili, integrare e confrontare i saperi. Ma il ruolo degli editori non è sempre stato questo? Il futuro prossimo è qui, si aprono nuove possibilità, e sono tutte da immaginare.