Fotografia

Dai musei alla stampa, il colore d’autore di Rocco Trabucco

E se il patrimonio artistico-culturale custodito nei musei italiani fosse una risorsa concreta per brand, creativi e stampatori? Non solo fonte di ispirazione e documentazione, ma vero e proprio strumento di gestione del colore fedele al reale. Con la possibilità di dare vita a collezioni nei più svariati ambiti – dal tessile all’automotive, dall’interior design al promotional – legate indissolubilmente al personale tocco coloristico dei grandi Maestri dell’arte europea. È l’inedita possibilità che offre il lavoro di catalogazione e codificazione compiuto da Rocco Antonio Trabucco, fotografo professionista e fondatore della A.R.T. Enterprises. Oggi, dopo la sua prematura e recentissima scomparsa, il suo lavoro è portato avanti dalla moglie Maria De Chirico Trabucco.

Di Michela Pibiri | Su PRINTlovers 94

Immaginate un capo di haute couture che possa vantare lo stesso esatto punto di giallo dell’abito di una Pia Donna dipinta nel 1507 da Raffaello Sanzio nella sua famosa Deposizione, anche nota come Pala Baglioni. O un’automobile con livrea rosso fiammeggiante come il drappo adagiato morbidamente sul grembo dell’Orfeo – personificazione di gusto classicista di Scipione Borghese – rappresentato nel mosaico del 1628 di Marcello Provenzale. O, ancora, un wallpaper che abbini la tonalità decisa dell’uva matura e quella delicata delle pesche che fanno capolino – e sembra quasi di sentirne il profumo – dalle mani del Giovane con canestro di frutta di Caravaggio del 1593. 

Sono solo tre esempi di opere custodite dalla Galleria Borghese di Roma che Rocco Antonio Trabucco, fotografo professionista sulla cui lunga carriera si potrebbero scrivere tomi interi, ha fotografato a partire dai primi anni 2000 per conto del Ministero e dei Beni e Attività Culturali al fine di creare una vasta opera di catalogazione telematica delle opere d’arte del Polo Museale Romano per diffondere la conoscenza del patrimonio all’estero. È con grande passione visionaria, completamente proiettata verso il futuro, che ci ha raccontato il suo lavoro e le possibili applicazioni in un’intervista recente, al termine della quale non avremmo mai immaginato di salutarlo per l’ultima volta. Trabucco è infatti mancato improvvisamente durante l’estate, ma la moglie Maria De Chirico, avendolo sempre affiancato nell’attività, ha deciso di portare avanti il progetto di A.R.T. Enterprises, la società che Trabucco aveva fondato proprio in occasione della campagna per il Ministero.

Una campagna che ha richiesto un lungo e sapiente lavoro di fotografia analogica da tramutare poi in file ad alta definizione: «Per avere un colore puro e perfetto – ha spiegato Trabucco – bisognava ottenere il buio completo per evitare ogni fonte di inquinamento luminoso. Le opere dovevano avere solo luce a 5600 gradi Kelvin ed è stato necessario sostituire le lampadine ogni 10 opere, perché oltre un certo uso il grado di luce ideale calava. Questo lavoro, naturalmente rispettoso di tutti i criteri di conservazione, ha consentito di ottenere negativi puri, con gli stessi colori che doveva aver visto l’artista stesso nel momento in cui ha realizzato l’opera».  In virtù di tale resa, le riproduzioni fotografiche sono state certificate dalla Soprintendenza come fedeli in tutto e per tutto al reale, attraverso un timbro che riporta la dicitura “Riproduzione fedele all’originale”, conformità riportata anche da una perizia giurata del Tribunale civile di Roma.

Di questo immenso archivio fotografico una parte dei negativi è stata acquisita dal Ministero, mentre la restante parte, afferente alle medesime opere, è rimasta di proprietà del fotografo, con l’autorizzazione a fare utilizzo commerciale delle riproduzioni purché non lesivo delle opere stesse e tramite la corrispondenza di royalty. La digitalizzazione dei negativi ha implicato la necessità di codificare i colori delle opere utilizzando Photoshop «che è in grado di dare la formula cromatica del colore scelto. Per riprodurre lo stesso identico colore, è stato necessario utilizzare la medesima formula cromatica adoperata dall’artista molti secoli fa» ha raccontato Trabucco. «Da questa operazione complessa è nata l’idea di estrapolare una cartella di colori, in maniera tale che la loro riproduzione su diversi supporti di stampa possa seguire parametri univoci ed essere sempre fedele all’opera reale».

Ma se consideriamo i segni del tempo, le patine e le verniciature che spesso caratterizzano le opere musealizzate, come è possibile essere certi che il colore campionato sia esattamente aderente all’originale? «La mia tecnica fotografica ha permesso di estrarre il colore dalle maglie, al di là della superficie e quindi di risalire all’originale non alterato dal tempo». Ecco nascere dunque una sorta di “pantonario” – si passi l’antonomasia – di 480 colori codificati e registrati alla SIAE, provenienti da 200 opere diverse, che può essere messo a disposizione di tutte quelle industry che proprio sull’uso del colore fondano la propria attività.  La scelta dei colori codificati e registrati, ha spiegato Trabucco, si è basata su una sensibilità personale legata anche all’origine dell’amore per l’arte e la fotografia: «Abruzzese di nascita, all’età di 13 anni mi sono trasferito con la mia famiglia a Roma, e ho sentito da subito la mancanza dei colori legati al mutare delle stagioni. Nell’arte ho ritrovato i colori della mia infanzia. E ho deciso di catturarli per me, raggiungendo un livello di eccellenza riconosciuta nella fotografia d’arte. Tanto che il Ministero mi ha chiesto di progettare la creazione dell’archivio telematico».

Il lavoro compiuto da Trabucco e ora gestito da De Chirico apre il campo a molteplici applicazioni ed è particolarmente interessante se si pensa che quello della riproduzione fedele in stampa delle opere d’arte è uno dei temi fondamentali nell’editoria di settore, sia quella di carattere scientifico-didattico sia quella di carattere divulgativo, nonché della realizzazione di stampe in diversi formati e gadgettistica da bookshop, dalle cartoline ai notebook, dalle mug di ceramica alle calamite fino alle amatissime t-shirt e tote bag. Ma soprattutto apre nuove possibilità di business: «Le possibilità sono molteplici – ha proseguito Trabucco – a partire dall’inserimento di questa cartella colori nei sistemi di software per la gestione del colore per diverse applicazioni di stampa. I colori codificati possono essere usati da tutti i sistemi di stampa digitale in diversi ambiti applicativi per creare rapidamente collezioni e linee mirate, che possono andare dall’abbigliamento (e tessile in generale) all’arredamento, dalla creazione di accessori e oggetti di design all’edilizia, dall’interior decoration all’automotive e persino ai giocattoli. È possibile creare collezioni di materiali industriali come vernici, o fine art come tempere, pastelli e pennarelli». Tutte applicazioni che potrebbero essere supportate da una comunicazione che ne valorizzi la peculiarità in maniera da renderle distintive sul mercato, ma non solo: in sottofondo c’è l’idea di valorizzare, attraverso l’uso di colori ufficiali e certificati, il patrimonio stesso. A partire da oggetti stampati coi colori dell’arte europea potrebbe innescarsi la curiosità verso le opere da cui quei colori provengono. E, perché no, qualcuno potrebbe anche avere voglia di utilizzare parte dei proventi di una collezione per promuovere e sostenere le attività culturali. Sono tutte possibilità da esplorare e combinare tra loro. Come nella tavolozza di colori di un artista, c’è solo l’imbarazzo della scelta su come valorizzare al meglio questa eredità importante e carica di significato.

Rocco Antonio Trabucco
Rocco Antonio Trabucco (1947-2022) nasce a Ortucchio, in provincia de L’Aquila. Nel 1960 si trasferisce a Roma con la famiglia e nel 1963 entra come apprendista nell’A.F.I. (Agenzia Fotogiornalistica Internazionale). Nel 1967, durante il servizio di leva militare, vince un concorso per il ruolo di fotografo personale dell’allora Ministro della Difesa Luigi Gui. Nel 1968 torna all’A.F.I. e dopo pochi mesi passa ai servizi speciali all’estero. Nel 1976 fonda la propria agenzia, la Trasal press, che internazionalizza nel 1980 gestendo i servizi di altre 13 agenzie estere. Nel 2002 la Camera dei Deputati gli conferisce il prestigioso premio “Vittorio Bachelet” come promotore artistico della fotografia italiana nel mondo e l’Istituto Luce rileva tutto il suo archivio fotografico, 70.000 immagini, per celebrare i suoi 100 anni di storia che ricorreranno nel 2024. Sempre nel 2002 il Ministero dei Beni Culturali gli commissiona una campagna fotografica in digitale sulle opere esposte nel Polo Museale Romano, in occasione della quale fonda la società A.R.T. Enterprises. Nel 2005 si aggiudica la gara indetta dalla Commissione Cultura Europea “Caravaggio e l’Europa” da cui verrà estrapolata la mostra fotografica d’arte esposta in tutte le capitali degli stati membri. “Dal Rinascimento a Caravaggio” è l’ultima mostra realizzata. Dopo la sua scomparsa, A.R.T. Enterprises è rappresentata dalla moglie Maria De Chirico Trabucco.
Per informazioni: info@artenterprises.it

 


20/01/2023


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