Le forme tradizionali confermano la loro forza nel mercato, con in più una marcata tendenza alla personalizzazione. Per i rosé ecco le nuove bottiglie gioiello con il fondo modellato. E i colori? La moda li vuole caldi come il quercia e la foglia morta.
Abbiamo chiesto a O.I., leader mondiale nel mercato del packaging in vetro, di fare il punto sulle forme e le tendenze nel packaging del vino.
Di Marilde Motta | Su PRINT 72
Tradizione e innovazione nel packaging competono per accaparrarsi l’interesse dei consumatori quando si tratta di scegliere un buon vino. Non c’è una tendenza predominante, ma bisogna prendere in considerazione molte differenti strategie. Ne vediamo alcune insieme a O-I, leader mondiale nel mercato del packaging in vetro, che ha condiviso con noi alcuni approfondimenti circa tendenze nuove e continuative per il vino, in diverse aree geografiche. Dato che l’azienda opera con stabilimenti in 78 Paesi, lanciando oltre 600 nuove soluzioni di prodotto all’anno sulla base di ricerche avanzate (un patrimonio di oltre 1.800 brevetti registrati nel mondo), il loro punto di vista può abbracciare un vasto panorama.
Anni fa abbiamo fatto un esperimento con i consumatori: lo stesso vino è stato assaggiato versato da una bottiglia verde e da una color foglia morta, il sapore è stato percepito migliore da quest’ultima.
BENOIT VILLARET, WINE LEADER EUROPE DI O-I
Dalla loro introduzione, molti decenni fa, le bottiglie UVAG (vetro ad assorbimento dei raggi ultravioletti) hanno cambiato enormemente il packaging per il vino assicurando al vino una protezione di gran lunga migliore.
Quali sono gli ulteriori progressi? «In termini di colore, la tendenza è verso colori caldi come il quercia e la foglia morta» dice Benoit Villaret, Wine Leader Europe di O-I. Sembra che, oltre a una efficace protezione che il vetro scuro offre al vino, ci sia anche un effetto psicologico, essa spiega: «Anni fa abbiamo fatto un esperimento con i consumatori, lo stesso vino è stato assaggiato versato da una bottiglia verde e da una color foglia morta, il sapore è stato percepito migliore da quest’ultima».
Le principali tendenze nel packaging per il vino: cosa ci dice a proposito della forma della bottiglia (forma del collo, fondo, spalle, colore)? «La tendenza nel packaging segue le tendenze dei consumatori, quindi l’andamento premium richiede altezza, spalle pronunciate e significativa spinta della forma verso l’alto. Il consumo di rosé dà impulso alla domanda per vetro trasparente e ultra trasparente così come verso “forme inusuali”». In fatti per i vini rosé O-I ha creato alcune bottiglie con il fondo (piqûre) modellato come una scultura. È interessante conoscere le tendenze per i vini australiani e cileni che sono dedicati all’export. «Non abbiamo notato significative differenze fra le aspettative circa le bottiglie in vetro fra Australia e Cile. È più una questione di posizionamento, l’Australia è intenzionata a muoversi verso vini premium mentre il Cile è orientato al flusso di consumo per l’export».
Per quanto riguarda l’Europa: c’è uno spostamento dalle forme tradizionali (tipo borgognotta e bordolese) a forme completamente nuove? «Le forme storiche permangono, tuttavia la personalizzazione avviene su queste forme (usando incisioni e altorilievo). Poi, per seguire le tendenze del rosé ci sono ulteriori differenziazioni».
Nel vino alto di gamma (in particolare in quello a Denominazione di Origine Controllata e Garantita), i consorzi hanno scelto bottiglie brevettate che i loro consorziati devono usare. O-I ha prodotto qualcuna di queste bottiglie speciali? «Sì molte in Francia per Chateauneuf du Pape, Gigondas, Val de Loire, Muscadet, Costières de Nimes e altri». In Italia? «C’è un tipo per Prosecco di Valdobbiadene e alcune per i vini siciliani».
Oltre alla forma, anche il vetro di per sé è importante, O-I ha introdotto alcuni anni fa le bottiglie in vetro a peso alleggerito. Alcuni produttori di vino preferiscono il vetro a peso alleggerito come parte della propria strategia complessiva di sostenibilità e questa sembra essere una delle più forti tendenze per accondiscendere le future aspettative dei consumatori.
BOTTIGLIE PERSONALIZZATE
Quali altre osservazioni in Europa? Vi sono alcuni consorzi per la “tutela della denominazione d’origine” dei vini che hanno deciso di adottare una bottiglia personalizzata, una valida per tutti i produttori-membri di uno specifico consorzio. In questo caso, la bottiglia brevettata diviene un sigillo inconfondibile di identità con il suo sistema unico di forma, colore, goffrature a rilievo. Una tale bottiglia gioca il ruolo di garanzia ed è un incisivo “messaggero”, giacché è ornata con etichette e bolli che rappresentano il lato narrativo del vino. Inoltre, le etichette più avanzate, che interagiscono con lo smartphone, possono effettivamente trasformare una targhetta in un video, aprendo prospettive circa il coinvolgimento e l’intrattenimento dei consumatori.
Alcuni produttori di vino preferiscono il vetro a peso allegerito
come parte della propria strategia complessiva di sostenibilità.
BENOIT VILLARET, WINE LEADER EUROPE DI O-I
Sul lato opposto, vi sono le aziende vinicole radicate nel territorio locale che preferiscono continuare ad usare le bottiglie della tradizione, fra cui: la bottiglia schlegel in alcune regioni della Germania, la frascati, l’emiliana, la reggiana e altre ciascuna rappresentante una specifica area geografica d’Italia.
Le bottiglie più diffuse sono la borgognotta e la bordolese, originarie della Francia, sono ormai uno standard essendo utilizzate da moltissime aziende vinicole in tutto il mondo. Tuttavia, anche una bottiglia comune può beneficiare della personalizzazione, per esempio utilizzando elementi decorativi sul corpo, attraverso l’alto rilievo o la stampa digitale, oppure aggiungendo elaborate etichette. Tuttavia se il brand vuole essere davvero dirompente, quando la bottiglia è essa stessa il messaggio, bisogna allora esplorare l’area del “su misura”, un mondo di meraviglie dove la creatività e le invenzioni tecniche procedono insieme.
Il consumo di vino
La produzione di vino è concentrata principalmente in 14 Paesi (Italia, Francia, Spagna, Germania, Portogallo, Russia, Romania, Ungheria, USA, Cina, Australia, Argentina, Cile, Sud Africa), ma i primi tre dominano il mercato, mentre l’export e il consumo riguardano pressoché tutti i Paesi del mondo. Con centinaia d’anni di storia, il vino è profondamente radicato nelle tradizioni culinarie di molte nazioni. Il consumo, a casa o fuori, ha subito alcuni radicali cambiamenti strutturali soprattutto nelle ultime due decadi. Sebbene non sia possibile generalizzare (al contrario è consigliabile considerare attentamente i dati in ciascuno Stato), ci sono alcuni comportamenti comuni. Il vino non è più la bevanda quotidiana per pranzo e cena, il consumo sociale e ricreativo è un’abitudine in crescita in particolare nelle nuove generazioni, il vino ha perso la propria prerogativa maschile e oggi è acquistato anche da donne per occasioni formali, per regalo o semplicemente per consumo domestico. La conoscenza del vino (semplicemente una elementare cultura enologica) sta crescendo insieme a un comportamento più consapevole del bere. Il vino stesso è cambiato, in una manciata di anni abbiamo visto l’affermazione di nuovi tipi di vini biologici, vegani, kosher e perfino halal. Con tali sconvolgimenti nel prodotto e nei consumatori, dal lato dei produttori abbiamo registrato la decisione di intraprendere e sviluppare strategie di marca sorrette da comunicazioni on/offline. Inoltre si è assistito all’aumento di diversi canali di vendita: enoteche tradizionali, supermercati così come cantine, e-commerce e così via. Come parte di questo nuovo scenario, dobbiamo prendere in considerazione anche la preoccupazione dei consumatori per l’ambiente. Non sorprende che l’interesse dei consumatori, dei produttori di vino, dei distributori e degli operatori dell’ho.re.ca. abbia fatto convergenza sulla bottiglia di vetro per le sue intrinseche proprietà. Vetro e vino rappresentano una storia che dura da molti secoli, ma solo in anni recenti questa coppia ha guadagnato impulso, tenendo il passo con la forte domanda di sicurezza e di basso impatto ambientale dei contenitori.