Interviste

Benvenuti a Castiglion del Bosco

Una tenuta storica e famosa come lo sono Chiara e Massimo. O meglio lo è il cognome della loro famiglia: Ferragamo. Un brand che ha saputo coniugarsi non solo con l'eccellenza italiana della moda, ma anche con quella, altrettanto prestigiosa, dei vini nobili come il Brunello di Montalcino.

Di Achille Perego | Su PRINT 77

Ci riferiamo al Brunello che si produce nei 62 ettari di vigneti che fanno parte della tenuta Castiglion del Bosco. Una tenuta che Chiara e Massimo hanno acquistato nel 2003 e hanno completamente ristrutturato (dalle strutture architettoniche alla produzione vinicola affidata all’enologa Cecilia Leoneschi) e che si estende, in un panorama di fitti e incontaminati boschi, proprio nel territorio di Montalcino in provincia di Siena. In questo paradiso svettano i resti del castello e la torre del 1100, diventati anche il logo di questa prestigiosa cantina ormai conosciuta in tutto il mondo.
Soprattutto per i suoi vini (dal Rosso di Montalcino al Brunello fino al Millecento Brunello di Montalcino Riserva Dogc e lo Zodiaco, l’edizione limitata sempre di Brunello) ma anche per il packaging: dalle bottiglie alle etichette, dalle avvolgenti carte veline chiuse da bollini in resina alle casse in legno di rovere.

Una ricerca del prestigio anche nel “vestito” che deve essere all’altezza dei vini che lo indossano e, pur non trascurando mode e innovazioni, resta ancorato (dal sapiente uso della carta autoadesiva per le etichette o i cartoncini degli astucci realizzati anche per la grappa, il vinsanto o l’olio sempre firmati Castiglion del Bosco) a una tradizione di idea grafica e stampa che, spiega Simonetta Doni, è destinata a rimanere nel tempo.
Simonetta Doni, fondatrice e titolare dello studio Doni&associati di Firenze, che vanta nel suo portafoglio clienti un quinto delle icone del vino italiano classificate dalla rivista americana Wine Spectator, la Bibbia dei vini. E ha curato anche il packaging di Castiglion del Bosco che rispecchia la tradizione e le origini del luogo e della sua cantina.

Un’idea forte di salvaguardia che è la stessa che ha ispirato Massimo Ferragamo quando decise di acquistare la tenuta”. Fu all’arrivo al vigneto Capanna – spiega – che realizzai che Castiglion del Bosco era per me. A Capanna la vista non ha limiti: va dai monti dell’Uccellina in Maremma fino alle isole del Giglio e Montecristo. Di fronte a tanta bellezza – aggiunge Ferragamo – ho sentito una forte responsabilità di salvaguardarla. Oggi non mi sento tanto il proprietario di questi luoghi, quanto il custode di qualcosa, qualcosa da preservare per le generazioni future. Ogni volta che sono a Castiglion del Bosco non smetto di pensare che sia un luogo di sogni”. E i sogni, in questo caso destinati a durare e non ad essere dimenticati al risveglio, si tramandano nell’arte di produrre il Brunello, ma anche il Rosso di Montalcino Doc, lo Chardonnay Toscana IGT, e farne apprezzare il lignaggio, prima ancora che essere assaggiati, dalla qualità della confezione. Per la quale, il primo imput trasferito al designer, spiega sempre Massimo Ferragamo, è stato quello di immaginare un packaging che da una parte connotasse la storia della tenuta e del suo territorio e dall’altra l’eccellenza della cantina.

Così, Chiara e Massimo, che seguono da vicino anche l’aspetto del packaging dando le linee guida e il verdetto finale al lavoro dell’agenzia prima e poi degli stampatori, hanno voluto nelle etichette, negli astucci, nelle scatole simboli importanti come la torre del 1100, il drago che ricorda la forma del campo (la parcella più preziosa del vigneto Capanna) dal quale nascono i grappoli d’uva che danno vita al cru omonimo (Campo del Drago Brunello di Montalcino Docg) e lo scudo verde raffigurato nella statua di San Michele davanti all’antica chiesetta del borgo che conserva i dipinti di Pietro Lorenzetti.

Il “vestito” di un vino, sottolinea Cecilia Leoneschi – anche se lei, precisa, si occupa tecnicamente del contenuto e non del contenitore – “deve ricalcare il più possibile l’anima che raccoglie all’interno”. E quindi esprimerne la personalità. E quindi per una casa vinicola come quella di Castiglion del Bosco, che ha ricevuto anche la certificazione bio, “l’integrità e l’eleganza”. Del resto, tutta la comunicazione di Castiglion del Bosco, rispecchia la sua anima. Sia quella sulle riviste specializzate piuttosto che il sito Internet o i principali social media. Ma anche la brochure aziendale – stampata come le scatole per le bottiglie acquistate nel negozio adiacente la cantina, gli shopper, i biglietti da visita, i bloc-notes dalla tipografia Oga Autajon di Reggello, specializzata nella stampa in bobina e in piano di etichette – che presto sarà raddoppiata con una versione pensata esclusivamente per il settore dei tour e delle degustazioni che vede, ogni anno, migliaia di visitatori nella tenuta che dispone anche di un golf club privato, unico in Italia, e un resort.
L’etichetta autoadesiva di uno dei vini – tutti contenuti aggiunge l’enologa in bottiglie di vetro spesso verde scuro per preservarli al meglio dagli attacchi della luce – più prestigiosi, il Millecento Brunello di Montalcino riserva Docg, entrato in produzione dal 2010 e messo in vendita sei anni dopo la fase di vinificazione e affinamento, è realizzata su carta White Cotton della Fasson. Un’etichetta prestigiosa come il vino con il simbolo della storica torre stampata dalla tipografia Modulgraf di Castelfranco di Sotto in provincia di Pisa. L’etichetta, spiega Simonetta Doni, è stampata in offset in tre colori e vernice braille. “Una lavorazione molto curata e particolare – aggiunge la designer – così come il contenuto della bottiglia”. Che è avvolta da una carta velina stampata che ripropone nome e logo e chiusa con un lenticolare stampato da un'azienda che realizza le chiusure lenticolari anche per altri prodotti di Castiglion del Bosco come l’olio. Bottiglia e carta velina sono poi racchiusi in una cassa in legno di rovere, anch’essa brandizzata con insegne incise a fuoco realizzate dall’udinese Lavorazione Legnami specializzata in questo tipo di produzione.

La cura del packaging riguarda tutta la gamma di vini di Castiglion del Bosco ma anche le grappe, l’olio, il miele. Una cura che si estende anche agli astucci cilindrici in cartoncino fasciato e stampato realizzati dalla Cartplast di Monteriggioni sempre in provincia di Siena. Un astuccio, sottolinea Simonetta Doni, che per la grappa del drago (con il relativo disegno del drago riportato sul packaging) ha una chiusura a incastro e una stampa con un colore nero lucido su sfondo nero opaco, lamina oro e serigrafia con vernici Uv trasparenti. L’etichetta invece è stampata da Oga Autajon su carta Fasson Equipe, a due colori più braille. L’etichetta dell’olio, a seconda del tipo di prodotto, ha il taglio a forma di scudo (come lo scudo verde!) ed è realizzata, sempre con la stampa a cura di Modulgraf, su carta Sirio Pearl Oyster Shell di Manter-Fedrigoni.

Sempre alla tipografia Oga Autajon, invece, è affidata la realizzazione dell’etichetta del vinsanto San Michele, stampata sempre sulla stessa carta, a due colori più lamina. Nel 2013 Castiglion del Bosco ha dato vita anche a un’edizione limitata di Brunello di Montalcino dal nome Zodiaco. Un vino, sottolinea Cecilia Leoneschi, di grande personalità, unico nel suo genere. “La selezione accurata delle nostre migliori uve rende questa riserva unica e riconoscibile nel tempo”. E ogni annata viene celebrata con un’etichetta personalizzata, dedicata al simbolo corrispondente dello Zodiaco Cinese, che viene interpretato da rinomati artisti cinesi, in esclusiva per Castiglion del Bosco. Finora sono state prodotte sei diverse annate che i collezionisti di tutto il mondo si contendono. E ogni anno, alcune bottiglie, insieme con il loro prestigioso packaging dagli occhi a mandorla, vengono battute all’asta durante un evento che raccoglie fondi a sostegno di opere benefiche in Italia e in Cina. Un altro dei tanti regali,che si “nascondono” solo nel cuore dei grandi vini.


Doni& Associati per comunicare l’eccellenza
La storia di Castiglion del Bosco, conosciuta con gli attuali confini da oltre 800 anni e situata a Montalcino, tra la splendida cornice della Val d’Orcia, dopo essere stata dimora con il suo borgo, la chiesa e il castello che risale al 1100 di importanti famiglie nobili senesi, è tornata a nuova vita nel 2003 quando fu acquisita, e restaurata preservandone le caratteristiche originali (ma dando vita anche a un golf club privato con percorso a 18 buche e il resort a 5 stelle lusso la cui gestione dal 2015 è affidata alla prestigiosa collezione Rosewood Hotels & Resorts) da Chiara e Massimo Ferragamo. Oggi la cantina di Castiglion del Bosco, che fu nel 1967 tra i pochi soci fondatori del Consorzio del Brunello di Montalcino (che oggi conta quasi 250 aziende produttrici) e fu uno dei primi vini italiani a ottenere la Doc e la Docg, è una delle più prestigiose della Toscana, conosciuta anche a livello internazionale, con una produzione di circa 250mila bottiglie all’anno. Con la guida di un team di esperti e profondi conoscitori del settore come Beppe Caviola, consulente enologo, e Ruggero Mazzilli, consulente agronomo, Massimo Ferragamo insieme con l’enologa Cecilia Leoneschi ha intrapreso un lungo percorso partito in primis dalla vigna. Un percorso d’eccellenza che ha riguardato anche il packaging che, dalle etichette agli astucci alle scatole è stato affidato come ideazione grafica e scelta dei materiali a Simonetta Doni, fondatrice e al timone dell’anch’essa prestigiosa agenzia di design Doni&associati di Firenze.

 


06/09/2019


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