L’innovazione tecnologica consente oggi di rivestire e personalizzare i veicoli per ragioni di carattere estetico, protettivo o promozionale. Il mercato del wrapping è in forte espansione, ma servono altissime competenze tecniche e una grande conoscenza dei materiali.
Di Caterina Pucci | Su PRINTlovers 102
Sebbene la decorazione di veicoli esista dall’inizio del Novecento, fino a pochi decenni fa le tecnologie esistenti non erano in grado di rivestire completamente un mezzo di trasporto. Un intenso lavoro di ricerca volto a migliorare l’elasticità, l’adesione, la resistenza e la stampabilità degli adesivi, oltre che la gestione di inconvenienti come la formazione di bolle d’aria, ha reso possibile lo sviluppo di materiali vinilici sempre più performanti. Quando poi le prime stampanti a solvente per il grande formato furono messe in commercio nei primi Duemila, la grafica stampata per le auto cominciò ad acquisire sempre maggiore popolarità. Oggi il wrapping è un segmento fortemente in crescita. Nel 2021 il valore di mercato ha superato i 4,7 miliardi di dollari e si prevede un’ulteriore crescita (+22%) entro il 2030. Ma quali sono le caratteristiche che rendono un wrapping funzionale? E quali competenze tecniche sono richieste per approcciarsi a questo tipo di applicazione? Lo abbiamo chiesto ad alcuni professionisti del settore: Nicolas Teverini (Seventhird), Alessandro Barbieri (SIR Visual), Sara Brisinello (Hexis Italia) e Pasquale Esposito (Evosound).
Perché il car wrapping conviene?
Il car wrapping prevede l’applicazione totale o parziale di pellicole adesive sulla superficie esterna di un veicolo. La base dei film autoadesivi è il cloruro polivinilico, ovvero il PVC, a cui vengono aggiunte sostanze plastificanti per renderlo flessibile, pigmenti per ottenere le tonalità cromatiche desiderate, additivi per aumentare la resistenza, stabilizzare la temperatura o migliorare la stampabilità. Le grafiche possono spaziare dai semplici loghi a scritte articolate e grafiche creative.
Rispetto ad altre tecniche di personalizzazione, questa tipologia di rivestimento offre numerosi vantaggi. In primo luogo, consente di cambiare temporaneamente l’aspetto del veicolo senza dover verniciare o applicare adesivi permanenti che danneggerebbero la carrozzeria. Oltre alla funzionalità estetica, le pellicole offrono inoltre una protezione aggiuntiva da graffi, agenti atmosferici o chimici.
Le tecniche di stampa
Le tecniche di stampa per il wrapping sono in continua evoluzione e variano a seconda del progetto. Le più comuni includono l’intaglio del vinile per creare prespaziati o parti di wrap da posizionare sul veicolo e la stampa digitale su pellicola cast, come Latex per maggiore flessibilità o UV per colori più vividi, utilizzata nei wrap completi o decalcomanie. Queste tecniche costituiscono la base del wrapping. Inoltre, possono essere impiegate tecniche per effetti speciali, come l’uso di resina per dare tridimensionalità, nobilitazioni cromate, stampe su pellicole colorate per creare sfumature o pattern, stampa o incisione su ppf o pellicole olografiche, stampe su pellicole fotoluminescenti o sensibili alla luce con bianco spot per illuminare solo alcune parti del wrap e molte altre. Recenti sperimentazioni nel mondo del tuning includono persino la retroilluminazione tramite l’applicazione di LED sotto la pellicola.
Professione wrap designer
Non tutti i graphic designer sono in grado di realizzare un progetto di car wrapping di alto livello, poiché questo richiede specifiche competenze. Oltre a una conoscenza dettagliata dei vari tipi di pellicole viniliche e delle loro proprietà, per ottenere risultati di qualità e duraturi è fondamentale conoscere i processi di preparazione della superficie del veicolo, gli strumenti utilizzati per l’applicazione e le tecniche di finitura. Ma non finisce qui. «A differenza di un graphic designer, il wrap designer deve avere una conoscenza pratica dei veicoli e delle loro superfici tridimensionali e deve essere in grado di valutare le sfide specifiche legate alla progettazione per veicoli, come curve, angoli e superfici irregolari per adattare i progetti di conseguenza» spiega Nicolas Teverini, founder e designer di Seventhird, agenzia di design specializzata in customizzazioni automobilistiche. «Inoltre, un wrap designer dovrebbe essere in grado di creare design che siano non solo esteticamente accattivanti, ma anche funzionali all’ambiente di utilizzo, tenendo conto di fattori come la visibilità, la leggibilità e la durabilità del wrap nel tempo». Alcuni wrap richiedono solo l’intaglio del vinile, altri combinano intaglio e stampa, altri ancora, completamente stampati, richiedono un lavoro grafico dettagliato. Il processo di progettazione avviene in genere in collaborazione con il wrapper, perché ciascuno ha le proprie modalità di lavoro e include anche dettagli come i margini per il taglio o la suddivisione in sezioni per massimizzare l’utilizzo del materiale.
A ciascuna auto il suo stile
La progettazione di un wrap destinato a un’auto da corsa segue logiche differenti rispetto a quella per un’auto da rally o una show car. Le esigenze possono variare anche all’interno dello stesso tipo di progetto, spesso influenzate dal budget disponibile. Per un’auto da rally si potrebbe optare per una livrea economica e facilmente ripristinabile, considerando l’alta esposizione a danni durante le gare e la presenza di numerosi sponsor. Per le auto da pista di solito si osa di più, specialmente se si tratta di veicoli di lusso, utilizzando materiali più pregiati o tecniche più complesse, sempre tenendo conto delle eventuali collisioni in pista. Per i veicoli aziendali si pone l’accento sulla brand identity, considerando anche la possibilità di adattare la livrea a diverse tipologie di veicoli. Lo stesso vale per le scuderie con un parco auto vario, che richiedono di creare una livrea uniforme, questo si può notare anche nel mondo del gaming. Per le showcar, le lavorazioni generalmente sono più raffinate e complesse per garantire una perfetta esposizione e ammirazione in ogni dettaglio, talvolta anche sui cerchioni. «Esiste un’infinità di varianti che dipendono dal budget e dalla tipologia di veicolo. Ad esempio, wrappare un’auto bianca richiederà più lavoro rispetto a una nera, poiché il bianco si nota con qualsiasi colore in sovrapposizione e quindi l’auto andrà smontata completamente per arrivare a fondo con la pellicola, mentre il nero può essere trattato con maggiore flessibilità senza uno smontaggio completo in quanto crea un’ombra naturale» aggiunge Teverini. In definitiva, ogni progetto è unico e viene valutato singolarmente considerando una serie di fattori, tra cui la personalizzazione delle battute interno porta o dettagli sugli interni (a volte viene richiesto anche solo quello).
Quanto agli stili di decorazione, nell’esperienza di Seventhird molto dipende dalla cultura automobilistica o dalla nicchia del cliente. Ad esempio, nel mondo del tuning, esistono categorie come il “German Style”, pulito e raffinato, mantenendo le linee dell’auto inalterate e utilizzando colori più eleganti. Al contrario, lo “Spanish Style” tende a esagerare sia a livello cromatico che nel design. Le influenze JDM (sta per Japanese Domestic Market, acronimo utilizzato per indicare le auto sportive del Sol Levante) prendono spunto dalle “Itasha” giapponesi (gigantografie di personaggi manga sul veicolo) o dal mito delle corse clandestine. Le auto americane spesso presentano le classiche stripes delle muscle car, stelle e camouflage in stile militare o design dalla kustom kulture. Le richieste possono essere influenzate anche da trend lanciati da influencer o personaggi pubblici del settore, oltre che dal mondo delle corse. Inoltre, il trend dipende spesso dall’età del veicolo: se è vintage, lo stile del wrap sarà generalmente in vecchio stile o con forme più classiche, mentre per un’auto moderna si seguirà più facilmente la linea dell’auto stessa. Ma le combinazioni e le fusioni di stili possono creare progetti unici e singolari.
Imparare i segreti del mestiere
Certo, wrapper non ci si improvvisa. Per approcciarsi al settore del car wrapping è opportuno conoscere le caratteristiche dei vari materiali, le tecniche d’applicazione e l’utilizzo degli appositi accessori. Particolare attenzione va riservata alla fase di preparazione delle superfici, fondamentale per la buona riuscita dell’installazione. La necessità di formare professionisti specializzati ha portato alla nascita di scuole come quella di Wrap&Decor, fondata a Brescia nel 2012 da SIR Visual in collaborazione con 3M Italia. «Grazie alla professionalità e alla grande esperienza di un docente autorizzato 3M Graphic Market, che segue passo dopo passo ogni partecipante, vengono illustrati e provati gli indispensabili accorgimenti, ponendo la necessaria attenzione alla gestione dei sormonti, al rivestimento di bordi e spigoli di forma complessa e alle rifiniture» spiega Alessandro Barbieri, Purchasing & Product Manager di SIR Visual. Un discorso a parte meriterebbe il boat wrapping (o wrapping nautico), che permette di ottenere la massima personalizzazione degli spazi sia interni che esterni dell’imbarcazione, grazie al lavoro degli applicatori specializzati e specifiche pellicole adesive adatte per rivestire lo scafo della barca. «Il boat wrapping può essere utilizzato sia in fase progettuale, quando è necessaria una nuova livrea, sia in fase di manutenzione, come soluzione alternativa alla verniciatura dello scafo» prosegue Barbieri. «I materiali sono gli stessi del car wrapping ma con performance specifiche, volte a garantire elevata resistenza ai raggi solari, al vento e all’acqua marina. Anche la tecnica di applicazione prevede degli accorgimenti diversi dal car wrapping poiché le condizioni di utilizzo e le sollecitazioni meccaniche a cui è sottoposta un’imbarcazione sono notevoli ed è necessario anche conoscere le tecniche di applicazione corrette, per avere la garanzia di durata e di tenuta dei supporti». Per questo motivo, la scuola Wrap&Decor ha introdotto un corso specifico per il boat wrapping in cui si analizza la gestione delle parti più complicate di un’imbarcazione come ad esempio prua, poppa e scafo, ponendo attenzione all’applicazione della pellicola e alla sigillatura della stessa.
L’importanza del film giusto
Resistenza, versatilità, semplicità di applicazione e possibilità di rimediare velocemente ai piccoli errori che possono avvenire in fase di rivestimento sono oggi i principali requisiti richiesti alle pellicole. I materiali devono quindi essere sviluppati in modo tale da rimanere in condizioni ottimali anche in caso si necessiti un riposizionamento dopo la prima applicazione. «Il cliente oggi cerca pellicole sempre più performanti. Da un punto di vista estetico, le richieste vertono su cromie particolari (supercromati, iridescenti, glitterate, fluo), che “fanno rumore”, riuscendo a rendere il design di un’auto di lusso ancora più d’impatto» spiega Sara Brisinello, Brand Manager di Hexis, filiale italiana dell’azienda francese specializzata nella produzione di film cast PVC, PU e Latex di alta gamma. «Tutti i nostri film sono sviluppati affinché il riposizionamento della pellicola avvenga senza che il materiale subisca danni» prosegue Brisinello.
Un altro requisito riguarda la necessità di mantenere integra la vernice originale dell’auto, attraverso supporti in grado di svolgere una funzione protettiva. «Si tratta di film molto specifici, la cui applicazione non va data per scontata, perché una scarsa conoscenza delle tecniche di applicazione rischia di vanificare il fine per il quale il cliente ha chiesto questa pellicola». Tra i prodotti di punta sviluppati da Hexis figura Bodyfence, film protettivo tra i 150 e i 180 micron di spessore, in grado di rigenerarsi attraverso il calore e l’acqua calda. Oltre a rendere più lucida la carrozzeria, questo particolare supporto è in grado di rimuovere i danni prodotti da graffi e urti e, grazie alle sue proprietà idrorepellenti, proteggere l’auto dall’accumulo di sporco. Nel lavoro di ricerca e sviluppo l’assistenza gioca un ruolo fondamentale, perché consente di valutare insieme l’opzione migliore tenendo conto delle specifiche necessità di ciascun cliente. «Mettiamo a disposizione anche corsi di formazione di livello sia base che avanzato – aggiunge Brisinello – per apprendere tutti i segreti dell’applicazione a fini puramente estetici o protettivi. I corsi ospitano un massimo di quattro persone, proprio per garantire a ciascun partecipante la possibilità di affiancare alla formazione teorica anche un’occasione di fare pratica, sotto la guida di un istruttore certificato. Nel caso dei film protettivi, che richiedono anche specifiche competenze dal punto di vista del taglio (diverse da quello del wrapping di carattere estetico) è possibile ordinare i kit pretagliati o acquistare il nostro software, che permette di effettuare un pre cut». Sul fronte della sostenibilità, l’azienda sta portando avanti una campagna di recupero e riciclo dei materiali, sia per quel che riguarda i PVC che i liner. Il Recycling Programme include anche il riciclo dei tappi che vengono utilizzati per tenere sospese le bobine all’interno dei cartoni di imballaggio. Questi ultimi servono affinché le bobine non entrino in contatto diretto con superfici che potrebbero danneggiarle. Il PVC recuperato può essere ridotto in granuli e utilizzato per la realizzazione di tubature, mentre i liner in carta vengono utilizzati per produrre materiali isolanti.
Tagliati “su misura”
A metà strada tra tecnici altamente specializzati e artisti, i car wrapper sono sempre più ricercati e osannati dagli appassionati, i loro lavori paragonabili a vere e proprie opere d’arte, le loro abilità oggetto di accese competizioni, come il World Wrap Master, organizzato ogni anno da FESPA. Ce lo racconta Pasquale Esposito, titolare di Evosound. Da molti soprannominato lo “stilista” delle auto, Esposito annovera tra i suoi clienti diversi personaggi del mondo dello spettacolo, da Balotelli a Sfera Ebbasta. «La cosa fondamentale è capire quali sono le necessità che spingono il cliente a rinnovare il look della sua auto. Si tratta di motivazioni professionali, promozionali o puramente estetiche? La scelta delle cromie avviene sulla base dei gusti del cliente, ma soprattutto del design dell’auto. Vernici lucide, opache, semilucide, glitterate, effetto carbonio, velluto e “jungle” (con strutture in rilievo) possono essere ulteriormente customizzate grazie alla stampa, a solvente o latex. Il wrapping deve seguire la linea ed è importante effettuare un’applicazione certosina per garantire che la parte destra e sinistra coincidano, proprio come quando si confeziona un abito su misura», conclude Esposito.