Di Achille Perego | su PRINTlovers 102
È il materiale di lusso amato dalle industry dell’automotive, dell’interior design, del fashion, dell’elettronica, della nautica e del packaging d’alta gamma di tutto il mondo. Si chiama Alcantara e, in virtù della sua versatilità, è apprezzato anche nel mondo dell’arte. Ne parliamo con il Presidente di Alcantara S.p.A. Andrea Boragno.
È l’azienda italiana che produce e commercializza in tutto il mondo l’omonimo materiale di lusso Alcantara, conosciuto per le sue proprietà estetiche, sensoriali e funzionali, frutto di una tecnologia unica e proprietaria e protetta da numerosi brevetti industriali. Un campione del Made in Italy che, fin dalla sua nascita nel 1972, realizza tutto nel nostro Paese, con il quartier generale di Milano e il grande e innovativo stabilimento di Nera Montoro in provincia di Terni. L’azienda che da anni riveste non solo i sedili delle più famose automobili del mondo, targate Bmw, Stellantis e Maserati, gli arredamenti d’interni e il fashion, dai vestiti alle borse e tanti altri oggetti del life style compresi jet e yacht e i prodotti dell’elettronica di consumo come quelli di Microsoft, e anche il packaging di lusso come scatole e astucci per orologi, gioielli e accessori moda, deve la sua nascita allo scienziato giapponese Miyoshi Okamoto.
«Noi siamo un po’ un’anomalia, perché mentre nel settore del lusso tutto il Made in Italy cade in mani straniere noi abbiamo un percorso inverso, che segue una strategia di globalizzazione basata sul Made in Italy. Un valore aggiunto ancora fortemente riconosciuto in tutto il mondo» esordisce Andrea Boragno, presidente di Alcantara dal 2004. Questi vent’anni hanno visto l’azienda in costante crescita rafforzando l’idea, ricorda Boragno, di essere un brand del lifestyle, con un export che supera il 90% del proprio fatturato con una crescita annua omogenea in tutti i settori in cui opera.
«Alcantara – aggiunge Boragno – guarda al futuro con la consapevolezza di avere un materiale unico nel suo genere, capace di fornire a tutti i settori merceologici la possibilità di rivestire i prodotti con l’eleganza generata dal proprio tocco Made in Italy».
Un materiale unico, un nome evocativo
Ma in cosa consiste questo materiale e da dove deriva il suo nome? Okamoto ha creato questo materiale da lui definito, molto poeticamente, come un insieme di “isole nel mare”, questo perché non ci sono trama e ordito tipici di un tessuto, bensì un intreccio di fibre sintetiche che al microscopio sembrano proprio isole nel mare. Quando si è trattato di dargli un nome si è pensato a qualcosa capace di unire tra loro quelle isole nel mare. Al-Quantarah è il termine arabo che significa “ponte”: da qui il nome Alcantara. A voler circoscrivere Alcantara in una definizione, si potrebbe dire che si tratta di un rivestimento, ma è un termine riduttivo ed eccessivamente generico, perché Alcantara è una materia duttile e versatile, capace di diventare ciò che si vuole che sia, di dare carattere e personalità alle più svariate soluzioni progettuali. Gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso sono un’età dell’oro per lo stile italiano, che vede la sua ascesa nel mondo della moda che fin da subito scopre Alcantara, seguita dal design d’interni e dall’industria automobilistica. Alcantara diventa così sinonimo di bello, raffinato, esclusivo e… Italiano. Oltre alle sue caratteristiche tecniche ed estetiche che ne hanno determinato il successo, Alcantara può essere stampato ad altissima risoluzione come una carta fotografica.
Dall’automotive all’hi-tech, fino al packaging di lusso
Oltre al core business dell’auto, l’azienda sta crescendo in tutti i settori e ha consolidato la propria collaborazione con Microsoft che ha utilizzato una nuova versione di materiale parzialmente bio per la nuova Surface keyboard pro. Sta inoltre rafforzando la presenza internazionale in Europa, Stati Uniti e Asia. Nel settore della moda e nell’hi-tech, ricorda ancora Boragno «si fa strada un altro livello di personalizzazione che rende i nostri prodotti sempre più unici e fatti su misura. In sostanza Alcantara incarna il nuovo paradigma del lifestyle contemporaneo che può assumere la forma estetica richiesta dal cliente. Il suo “materiale del futuro”, com’è stato definito da svariati designer, ci mette nelle condizioni di esprimere e definire lo stile di vita contemporaneo, dagli abiti dei designer internazionali agli accessori hi-tech, dai pezzi di design agli interni delle auto, ma anche di aerei e yacht. È spesso fonte di ispirazione anche per grandi installazioni museali». Il materiale trova spazio anche nel variegato settore del packaging, e in particolare in quello di lusso. «Negli ultimi anni – dice Boragno – abbiamo visto una crescita di richieste di Alcantara come materiale perfetto per scatole e astucci destinati a contenere in particolare gioielli e orologi Una richiesta arrivata dai principali brand del lusso a partire da Cartier. Del resto, utilizzare Alcantara per gli interni di scatole e astucci dà al packaging di lusso un’immagine qualitativamente superiore, per questo è sempre più apprezzata e utilizzata».
Un sodalizio strategico col mondo dell’arte
A questo crescente successo di Alcantara nel mondo del design ha contribuito anche il sempre più forte rapporto tra il brand e l’arte. Fin dall’inizio della sua storia, Alcantara ha instaurato un rapporto di collaborazione con designer e creativi di tutto il mondo nei più diversi ambiti della progettualità. Solo successivamente, a partire dal 2006/2007, l’azienda ha assunto un ruolo proattivo nelle relazioni con gli autori, intuendo le potenzialità di sviluppo di un dialogo alla ricerca di nuove modalità espressive e possibilità di applicazione. Le prime collaborazioni hanno subito messo in evidenza il valore di un materiale unico ed estremamente versatile, che oltre alle indiscutibili proprietà funzionali riesce a essere un’inesauribile fonte di ispirazione. Una materia che possiede la capacità di “parlare infiniti linguaggi”, rinnovandosi continuamente e diventando sempre “ciò che si vuole che sia”.
«L’intesa tra Alcantara e l’arte – sottolinea Boragno – è così diventata il motore di un processo di sperimentazione continua che nel corso degli anni ha permesso di esplorare e superare i confini della materia: Alcantara non si limita a rivestire la visione, ma la genera. Nello stesso periodo, l’azienda ha maturato la convinzione che il mercato internazionale di riferimento avrebbe espresso in modo sempre più evidente una crescente domanda di prodotti capaci di abbinare alla funzionalità e alle qualità tecnologiche anche valori estetici e sensoriali, e che in tale contesto sarebbe emersa una richiesta sempre più forte di personalizzazione. Si è così rafforzata la convinzione che i prodotti vincenti non si possano semplicemente rappresentare con una lista di specifiche tecniche, ma debbano essere in grado di interagire emozionalmente con il consumatore».
Alcantara ha intensificato il rapporto con il mondo dell’arte internazionale, sviluppando collaborazioni con prestigiose istituzioni museali e artisti provenienti dalle più diverse culture, sia maestri affermati sia giovani talenti. Il materiale Alcantara, come si legge nella prefazione del libro “Alcantara la materia dell’arte”, curato da Luca Masia ed edito da Skira, è diventato parte integrante del processo creativo: medium attraverso cui l’artista esprime la propria creatività. In tale contesto è diventata emblematica la collaborazione ormai più che decennale con il Museo MAXXI di Roma, con il quale è stato sviluppato un nuovo modello di coproduzione artistica.
Inoltre, è significativo sottolineare che alcune tra le opere realizzate con Alcantara sono entrate a far parte della collezione permanente del MAXXI. Secondo questa visione, Alcantara ha superato le tradizionali modalità di sponsorizzazione e mecenatismo, avviando nuove relazioni con gli autori, i curatori e le istituzioni, basate sullo sviluppo di progetti di ricerca congiunti. Tali iniziative sono diventate potenti generatori di innovazione, sperimentazione creativa e ricerca continua sul materiale messo in mostra solo stando agli ultimi anni in significative mostre da Venezia a Roma a Palazzo Reale e, ultima, in Triennale di Milano.